Napoli - Continua l'emergenza covid in Campania, alle porte l'istituzione di una nuova zona rossa per la regione.
La scelta di tale restrizione non è ovviamente presa a cuor leggere ma anzi, si riconoscono perfettamente le difficolta che essa comporta.
Ma il vertiginoso aumento di contagi e di ricoveri ha obbligato le istituzioni a prendere tale decisione.
"La situazione a Napoli è delicata e importante, la zona rossa è una decisione che andava presa".
interviene così Lucia Francesca Menna, assessore del Comune di Napoli con delega alla Salute.
"Ogni 15 giorni pubblichiamo sul sito del Comune di Napoli l'aggiornamento dell'andamento epidemiologico in città e nell'ultimo aggiornamento si può leggere che c'è un incremento del 49% dei contagi in tutte le fasce d'età, ma soprattutto nella fascia che va dai 30 ai 75 anni" - Così spiega Menna.
"Inoltre, dagli ospedali ci riferiscono che purtroppo si è abbassata l'età delle persone che vengono ricoverate con polmoniti importanti, sono aumentati i 40enni e i 50enni".
Il pericolo quindi è concreto e l'epidemia è tutt'altro che ferma.
A Napoli gli ospedali collassano: "giusta la zona rossa"
Non nasconde la preoccupazione per la salute dei cittadini napoletani.
Così continua:
"Mi riferiscono dagli ospedali che iniziano ad avere delle difficoltà a ricoverare tutti, perché il numero è in aumento, e quindi stanno ricominciando a fare rete con gli altri ospedali della regione.
"Purtroppo la zona rossa andava fatta".
Le restrizioni proprie della zona rossa però, secondo Menna,
"dovrebbero andare di pari passo con l'incremento delle vaccinazioni"
"questa è una buona strategia per dare una botta alla diffusione del virus."
"Purtroppo le vaccinazioni, tra problematiche all'interno delle dinamiche commerciali che determinano delle riduzioni nella fornitura e la complessità di vaccinare la popolazione, dovrebbero andare in maniera più spedita." prosegue
Ci sono poi, oltre alle fasce d'età, delle categorie molto esposte che diventano aspetti critici della diffusione del virus, come le forze dell'ordine, chi lavora in campo sociale, gli assistenti sociali, le persone che vanno nelle unità di strada", conclude.
(Napolitoday)
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