alberto trentini

Alberto Trentini, cooperante italiano con una lunga esperienza internazionale, è detenuto in Venezuela dal 15 novembre 2024. Fermato a un posto di blocco mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito insieme all’autista dell’Ong Humanity & Inclusion, per cui lavora, Trentini è recluso in una struttura di detenzione senza che, finora, gli siano state formalizzate accuse.

Il profilo di un operatore umanitario

Trentini, laureato in storia moderna e contemporanea all’Università Cà Foscari e con un master in ingegneria delle acque e della salute conseguito in Inghilterra, ha dedicato oltre dieci anni della sua vita a missioni umanitarie. Ha lavorato in Paesi come Sud America, Etiopia, Nepal, Grecia e Libano, collaborando con Ong di alto profilo. Recentemente aveva operato in Colombia per il Consiglio danese per i rifugiati e per Solidarités International. La sua esperienza spazia dalla gestione di progetti allo sviluppo delle risorse umane, con una conoscenza fluente di spagnolo, inglese e francese.

Preoccupazioni per la salute

Secondo il legale della famiglia, Alberto Trentini soffre di ipertensione e non è chiaro se stia ricevendo le cure mediche adeguate durante la detenzione. Dalla sua cattura, nessuno è riuscito a vederlo o comunicare con lui, neppure l’ambasciatore italiano, nonostante numerosi tentativi. La mancanza di contatti diretti alimenta il timore per le sue condizioni fisiche e psicologiche.

Le mosse della Farnesina

Il 13 dicembre, il Ministero degli Affari Esteri ha convocato alla Farnesina l’incaricata d’affari ad interim del Venezuela per sollecitare un intervento immediato e risolutivo. La richiesta ufficiale del governo italiano include chiarimenti sulle motivazioni dell’arresto e un accesso consolare urgente. Tuttavia, le autorità venezuelane non hanno fornito aggiornamenti significativi.

Un silenzio preoccupante

Dal momento dell’arresto, le informazioni sono frammentarie e informali. Secondo quanto riportato, Trentini sarebbe stato trasferito da Guasdalito a Caracas pochi giorni dopo il fermo. Tuttavia, i dettagli sul luogo di detenzione e sulle accuse mosse contro di lui restano vaghi. La famiglia teme che la sua prigionia sia legata al contesto politico e alle tensioni tra il Venezuela e i Paesi occidentali.

Un appello urgente

La vicenda di Alberto Trentini solleva interrogativi sui diritti umani e sulle condizioni di detenzione in Venezuela. La famiglia e le Ong con cui ha collaborato chiedono un intervento internazionale per garantire trasparenza e rispetto delle leggi internazionali. Intanto, il tempo passa e le condizioni del cooperante restano un’incognita.

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