sciopero

Venerdì 18 ottobre sarà una giornata cruciale per il settore automotive, con uno sciopero generale che coinvolgerà anche le realtà sindacali irpine. La protesta, organizzata da FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL, punta a sensibilizzare Commissione Europea, governo italiano e Stellantis sulla crisi che sta travolgendo l'industria automobilistica, con gravi ripercussioni sull’occupazione e sul futuro degli stabilimenti locali, come quello di Pratola Serra.

Una crisi che tocca Avellino

La crisi del settore automotive colpisce duramente la provincia di Avellino. "Siamo a un punto di non ritorno," ha dichiarato Giuseppe Morsa, segretario generale di FIOM-CGIL Avellino. "In Irpinia la crisi è particolarmente sentita, con il numero degli occupati in continuo calo, specialmente nello stabilimento di Pratola Serra e nelle aziende dell'indotto, come Denso e Lima Sud. Chiediamo il blocco dei licenziamenti e un piano per la transizione che includa investimenti, come avviene in altri Paesi europei."

I rischi per i lavoratori

Secondo Gaetano Altieri, segretario di UILM-UIL Avellino-Benevento, la situazione occupazionale è allarmante: "Su 3500-4000 lavoratori, circa la metà rischia il licenziamento. Senza un intervento urgente del governo e un piano industriale da parte di Stellantis, entro 7-8 mesi molti stabilimenti si troveranno senza ammortizzatori sociali." Altieri ha sottolineato la necessità di misure straordinarie per evitare licenziamenti di massa e di una strategia chiara per rilanciare la produzione.

Altieri ha anche evidenziato come la produzione di veicoli in Italia sia drasticamente diminuita: "Nel 2024 si prevede la produzione di 500mila veicoli, un numero che non si vedeva da 70 anni. Questo dato dimostra la gravità della situazione e la necessità di intervenire immediatamente, altrimenti si rischia un dramma sociale senza precedenti."

Luigi Galano, segretario generale di FIM-CISL Irpinia-Sannio, ha lanciato un appello urgente alle istituzioni regionali e nazionali: "Abbiamo invitato tutti a intervenire, ma siamo ancora in attesa di una risposta dal governatore De Luca. È una crisi epocale che richiede una risposta sinergica e tempestiva. I termini imposti dalla Commissione Europea per la transizione verso l’elettrico sono troppo stringenti, e senza un piano concreto, ci troveremo di fronte a un dramma sociale."

Un settore sull’orlo del baratro

La transizione all’elettrico, prevista per il 2035, sta accelerando una crisi che rischia di travolgere il settore. Molti costruttori stanno già trasferendo la produzione verso veicoli elettrici, con ripercussioni devastanti sull’occupazione. La mobilitazione del 18 ottobre sarà un’occasione cruciale per richiamare l’attenzione su questi problemi e chiedere un intervento concreto per evitare un collasso occupazionale.

La protesta del 18 ottobre rappresenta un grido d’allarme per un settore che, senza interventi urgenti, rischia di affrontare una crisi senza precedenti. I sindacati irpini, insieme ai lavoratori di tutta Italia, scenderanno in piazza per chiedere misure immediate a tutela dell’occupazione e per avviare una transizione sostenibile verso il futuro.

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