meloni trump salvini

Giorgia Meloni sta valutando la possibilità di partecipare a una missione internazionale di peacekeeping in Ucraina, un’opzione che sarebbe stata sollecitata anche da Donald Trump. L’ipotesi, ancora in fase di studio, prevede che eventuali truppe italiane operino esclusivamente in un quadro multilaterale autorizzato dalle Nazioni Unite e con garanzie di sicurezza fornite da Washington.

L’Italia, dunque, potrebbe affiancare Francia e Regno Unito, che già hanno manifestato disponibilità in questo senso. Tuttavia, il governo italiano si muove con cautela, consapevole delle implicazioni politiche e strategiche di un simile passo.

Il no della Lega e le tensioni interne alla maggioranza

Se da un lato Palazzo Chigi si dice possibilista, dall’altro emergono tensioni all’interno della maggioranza. La Lega di Matteo Salvini ha subito preso le distanze dall’ipotesi di inviare truppe italiane in Ucraina. «Nessun soldato italiano in Ucraina», si legge in una nota diffusa dal partito, che ribadisce una posizione di netta contrarietà.

Anche il Movimento 5 Stelle ha già espresso preoccupazioni in merito, evidenziando il rischio di un coinvolgimento militare diretto dell’Italia nel conflitto. Meloni, per evitare scontri interni, sta cercando di presentare l’operazione come una missione umanitaria e di stabilizzazione, sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Uno degli scenari ipotizzati dal governo italiano è quello di garantire la sicurezza della missione attraverso un dispiegamento di armi a lungo raggio nei paesi vicini, in particolare in Romania. Questa strategia consentirebbe all'Italia di contribuire alla stabilizzazione senza un coinvolgimento diretto delle truppe sul campo.

Il viaggio a Washington: Meloni da Trump e Biden

Per discutere la questione e rafforzare i rapporti con l’amministrazione statunitense, Meloni sta organizzando un viaggio a Washington entro i primi di marzo. L’obiettivo è ottenere il sostegno necessario per garantire che l’eventuale missione italiana rientri in un quadro di sicurezza garantito dagli USA.

L’incontro con Trump, che potrebbe svolgersi a metà marzo, è considerato cruciale per delineare il ruolo dell’Italia in una possibile operazione di pace. Inoltre, la premier cercherà di conciliare le posizioni interne alla sua coalizione, evitando fratture con la Lega e mantenendo il sostegno della comunità internazionale.

Le condizioni per un coinvolgimento italiano

Secondo fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha posto alcune condizioni imprescindibili per l’invio di truppe:

  • Coinvolgimento di un quadro internazionale ampio, come una missione sotto il mandato ONU;
  • Garanzie di sicurezza concrete per i soldati italiani, con il supporto logistico degli Stati Uniti;
  • Accordo politico con gli alleati di governo, per evitare tensioni che possano minare la stabilità dell’esecutivo.

L’ipotesi di un coinvolgimento militare italiano in Ucraina resta aperta, ma è soggetta a numerose variabili, politiche e diplomatiche. Il viaggio di Meloni negli Stati Uniti sarà un passaggio chiave per comprendere se e come l’Italia potrebbe partecipare a una missione di pace, senza incrinare gli equilibri interni alla maggioranza di governo.

Papa Francesco, il Vaticano rassicura: «Ha dormito tutta la notte, continua la terapia»
Sfiducia a Nordio: maggioranza assente alla Camera, opposizione all’attacco