Omicidio Willy. "Mario è un ragazzo perbene, generoso, ma la sera quando esce beve e non capisce più niente". Sono le parole di Stefano Pincarelli, il genitore di uno dei ragazzi in carcere per l'omicidio del coetaneo Willy Monteiro Duarte, massacrato di botte a Colleferro.
L'uomo, padre anche di una figlia trentenne avuta da una precedente relazione, in un'intervista rilasciata ad Adnkronos a firma di Silvia Mancinelli, ha raccontato com'è il figlio, "un ragazzo affettuoso che quando vede qualcuno in difficoltà deve difenderlo".
Stefano
Ha spiegato cosa ricorda della notte tra il 5 e 6 settembre, quando è stato ucciso Willy: "Quel sabato sera Mario è uscito, è tornato a casa intorno alle 4,30 di domenica.
Io ero sveglio, mi ha salutato e mi ha detto che sarebbe andato a dormire da alcune amiche. Ma un genitore come sa dove va un figlio o cosa fa? È stato un mio amico a dirmi, poco più tardi, cosa era successo".
Stefano Pincarelli
Ha spiegato di conoscere i fratelli Marco e Gabriele Bianchi da quando erano piccoli. "Mi chiamano zio, sono bravissimi ragazzi" ha detto.
La sera in cui è morto Willy Stefano è passato a trovarli:
"Sono andato a casa loro poco prima che succedesse il fatto. Ma si sa, quando escono esagerano con l’alcol". Mario è incensurato, da bambino come spiega il padre, aveva praticato Karate per un anno, ma aveva subito spesso e ha interrotto la scuola per lavorare come operaio.
"Mario è stato coinvolto nella rissa con Francesco Belleggia e se ne stavano andando, era finito tutto. Due ragazzi che erano lì hanno chiamato i Bianchi chiedendogli di intervenire. Se non avessero fatto quella telefonata tutto questo non sarebbe successo".
Pincarelli è convinto che suo figlio non abbia capito la gravità della sua situazione:
"Mio figlio nemmeno se n’era accorto che quel ragazzo fosse morto. Stanno sempre bevuti, fumati quando rientrano.
Ma stava bene, pulito, preciso quella notte. Lo ha accompagnato a casa un amico che oggi è andato a testimoniare, non è tornato coi Bianchi". (Fanpage)
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