A settembre rientro in classe ma non per tutti: rispunta la didattica a distanza
La data del 14 settembre, contenuta nell'ordinanza della ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, è ufficiale, ma non per tutti gli studenti piemontesi corrisponderà al rientro in classe. Una parte, almeno alle superiori, sarà costretta a ripartire con la didattica a distanza con cui ha concluso l'anno scolastico 2019/ 2020.
"Le quote di didattica a distanza saranno residuali a settembre" ha garantito il direttore dell'ufficio scolastico regionale, Fabrizio Manca. La carenza di spazi, ma anche e soprattutto le incertezze sulla consistenza del personale aggiuntivo però stanno spingendo molti presidi a un'organizzazione "prudente".
Aule non adatte per la didattica
Una stima complessiva di quanti studenti piemontesi non abbiano al momento un'aula idonea è complicata da fare. Nel frattempo però la Città metropolitana sta avviando una serie di interventi, con i 3,6 milioni di euro destinati dal governo alle manutenzioni straordinarie per adattare le aule, che da qui a settembre si spera riducano il fenomeno. E lo stesso sta facendo il Comune su elementari e medie.
Ogni preside ha comunicato problemi e necessità. Le valutazioni sono state fatte sia con il criterio dinamico sia con quello statico, che al momento è stato adottato dal comitato tecnico scientifico come base per individuare le aule idonee a ospitare gli studenti in epoca di distanziamento anti Covid-19.
In campo le strategie migliori
Ma ora si stanno mettendo in campo le strategie per garantire a tutti la miglior didattica possibile da metà settembre. Al Giulio di Torino, ad esempio, si sta pensando a una riduzione del programma e uno sdoppiamento delle ore per i docenti che avranno la stessa quota di lavoro settimanale. Ci si troverà però a ripetere la stessa lezione due volte ai due gruppi in cui sarà divisa la classe.
Un modo per evitare la didattica a distanza, ma che potrebbe portare a un ridimensionamento degli insegnamenti.
Nei licei, al centro di autentico boom di iscrizioni negli ultimi anni, avere spazi adatti, soprattutto nei primi anni dove gli iscritti sono tantissimi, è complicato. Più semplice negli istituti tecnici e professionali, progettati spesso per avere aule più ampie: qui la quota di studenti che non ha uno spazio idoneo si riduce drasticamente.
Lo scenario nazionale però potrebbe non discostarsi troppo da quello piemontese. "All'inizio avevamo un 15 per cento di criticità relative agli studenti esclusi dalle aule, ma stiamo risolvendo il problema anche con interventi di edilizia leggera dentro le istituzioni scolastiche " ha detto ieri la ministra.
Nelle prossime settimane si capirà se la quota, nella sua regione, si sarà ridotta. Fonte: Repubblica
Leggi anche
Scuola, c'è il calendario ufficiale: ecco le date di apertura regione per regione
Metti like alla pagina
41esimoparallelo e iscriviti al gruppo
41esimoparallelo