Napoli, chioschi di Mergellina chiusi da 5 mesi: "Condannati alla fame"
La chiusura dei gazebo sul Lungomare ha messo in ginocchio 40 famiglie. I titolari chiedono soluzioni rapide per poter tornare a lavorare
Da cinque mesi, i chioschi di Mergellina sono chiusi, e i titolari non riescono più a sopravvivere. La chiusura improvvisa, avvenuta lo scorso aprile a causa della mancanza dei permessi di occupazione di suolo pubblico, ha portato i lavoratori a una situazione disperata. I chioschi, che da decenni operano lungo il famoso Lungomare di Napoli, si trovano ad affrontare una situazione insostenibile.
Questa mattina, i titolari dei chioschi hanno deciso di protestare davanti alla sede del Consiglio Comunale di Napoli, cercando di attirare l'attenzione dell'amministrazione locale su una vicenda che ha devastato le loro vite. "Siamo allo stremo", affermano i lavoratori, che denunciano una mancanza di supporto da parte del Comune.
Le Accuse dei Titolari: "Il Comune Ci Ha Abbandonati"
Secondo i manifestanti, il Comune avrebbe promesso di risolvere la situazione, ma fino ad oggi nulla è cambiato. Monica Barattolo, una delle titolari coinvolte, sottolinea l'assurdità delle accuse di abusivismo mosse nei loro confronti: "Non siamo abusivi. Paghiamo regolarmente ogni anno il permesso al Comune, ben 5.000 euro per l'occupazione del suolo pubblico, ma nonostante questo ci hanno chiuso. Hanno progettato i nostri chioschi nel 2004 e ora ci dicono che dobbiamo spostarci, ma sanno bene che non è possibile".
L'inattività ha messo in crisi 40 famiglie, che da mesi non riescono a generare alcun reddito. Anna De Vita, un'altra titolare di chiosco, esprime la sua disperazione: "Non sappiamo più come andare avanti. Lavoriamo io e mio figlio, che ha due bambini, e ho anche una figlia invalida. Come possiamo sopravvivere senza lavoro?".
La Situazione Precipita: "Promesse Mai Mantenute"
I titolari dei chioschi denunciano che il Comune di Napoli aveva promesso un rapido intervento per risolvere la questione, ma fino ad oggi le promesse non sono state mantenute. "Ci avevano detto che avrebbero risolto la questione, poi sono spariti", afferma Ciro, un altro manifestante. Il Comune avrebbe individuato un architetto per ridisegnare i chioschi, ma il passaggio successivo, che prevedeva l'intervento della Soprintendenza, non è mai stato realizzato.
Monica Barattolo aggiunge che la proposta dei lavoratori è semplice: "Vogliamo solo poter lavorare. Fino a che non si prendano delle decisioni definitive, ci lascino riaprire. Quando saranno stabilite nuove disposizioni, ci adegueremo, ma non possiamo più aspettare".
L’Appello per una Soluzione Rapida
La protesta dei 'chioscari' di Mergellina ha attirato anche il supporto di attivisti locali, come il collettivo dello Sgarrupato, che sostiene la causa dei titolari. Bianca Verde, portavoce del gruppo, ha dichiarato: "La vicenda doveva essere gestita diversamente. Non si può mettere in mezzo alla strada 40 famiglie senza preavviso. Ora è necessario trovare una soluzione rapida, perché queste persone stanno rischiando di cadere in depressione".
La chiusura dei chioschi di Mergellina rappresenta un problema serio non solo per le famiglie coinvolte, ma anche per la comunità locale. Il Lungomare di Napoli, una delle aree più frequentate dai turisti e dai residenti, si è ritrovato senza alcune delle sue attrazioni storiche. Mentre il Comune continua a rimanere in silenzio, i lavoratori chiedono una risposta immediata per tornare a una vita dignitosa e operativa.