Coronavirus, il commissario Arcuri: "Battaglia non vinta, non si torna alla normalità".
ROMA - Il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri non usa giri di parole per inviduare il giusto atteggiamento dei cittadini in questa fase dell'epidemia, quasi in contemporana con l'analogo appello lanciato dal ministro della Salute Roberto Speranza: "La nostra battaglia contro il Coronavirus - ha detto il commissario - prosegue senza sosta dobbiamo però evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, che abbiamo costretto avversario in un angolo e stiamo per avere il sopravvento: gli indicatori ci dicono solo che stiamo cominciando a contenerne la portata. Ma la sua dimensione seppure non uniforme è ancora rilevante. Bisogna astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare a normalizzare comportamenti". E ancora: "Non è il momento di pensare alla normalizzazione e ai calendari, continuiamo come abbiamo fatto finora".
"Ognuno - ha aggiunto - deve fare la sua parte con lo stesso civismo che abbiamo dimostrato di avere. Alcune immagini diffuse sui social (quelle delle vie piene di persone nonostante i divieti, ndr) non vanno prese ad esempio, vanno deplorate. Dobbiamo fare di tutto per evitare che i sacrifici di tutti noi vengano vanificati".
Ventilatori, posti letto e mascherine
Nel suo punto stampa, stamattina, il commissario all'emergenza ha fatto il punto delle situazione dei dispositivi sanitari essenziali nelle terapie intensive e in quelli di protezione. "Abbiamo distribuito a ieri sera 1.679 ventilatori alle regioni. Cinque giorni fa erano 1.280. Oggi ne distribuiremo altri 133". Riguardo ai posti letto, ha detto che quelli "in terapia intensiva erano 5.179 all'inizio, sono diventati 9.284, cioè il 79% in più. Quelli nei reparti infettiva e pneumologia che erano 6.198 ora sono 34.320, oltre 4 volte di più. Stiamo facendo uno sforzo gigantesco".
Quanto alle mascherine, "i dispositivi di protezione inviati alle Regioni sono a ieri sera 51,8 milioni, lunedì scorso erano 40,6 milioni. Abbiamo raggiunto in pochi giorni un traguardo importante, le mascherine arrivano in quantità sufficienti e in un tempo assai ragionevole", ha detto Arcuri. "Nelle prossime 48 ore di distibuire le mascherine Ffp2 all'ordine dei medici. Siamo in fase di distribuzione. Oggi abbiamo in distribuzione 620 mila mascherine per i medici, che ringrazio ancora per la pazienza e il sacrifico che fanno, più di ognuno di noi. La distribuzione di concluderà tra questa sera e lunedì mattina".
Di mascherine ne verranno prodotte anche in tre carceri italiane. "Parte un progetto, per il quale ringrazio anche il ministro Bonafede, che vedrà 8 impianti automatizzati che nell'arco di 15 giorni consentiranno di produrre 400 mila mascherine al giorno, che potranno progressivamente aumentare, presso gli istituti di prevenzione di Milano Bollate, Salerno e Rebibbia. Il ciclo produttivo comprenderà anche la ricezione e la preparazione del tessuto, nonché lo stoccaggio e la sanificazione delle mascherine".
"Il nostro obiettivo - ha spiegato Arcuri - è arrivare a una produzione nazionale di mascherine chirurgiche e non, con investimenti complessivi per 13,6 milioni. Per produrle ma anche per metterle in commercio cosa dobbiamo fare? Perché si ritiene che i tempi di certificazione siano troppo lunghi? Semplicemente c'è bisogno di superare alcuni test svolti in numerosi laboratori, e solo dopo verificati dall'Iss, che sta dando un contributo coerente con lo spirito della norma e compatibile con i tempi di attuazione.
A oggi il 33% delle migliaia di richieste ha ricevuto parere non favorevole, il 35% favorevole solo a produzione, solo il 31% delle richieste sono ancora in lavorazione". Quanto alle mascherine ffp2 e ffp3, "che proteggono l'utilizzatore da contaminazioni esterne", l'obiettivo è produrle "ma per adesso ci vogliamo garantire almeno la produzione delle mascherine chirurgiche, ffp2 e ffp3 hanno un processo di produzione più complesso". Non solo. Molte regioni hanno lamentato anche la difficoltà di approviggionamento di tamponi. "Sui tamponi e i test sierologici abbiamo iniziato una attività di approvvigionamento affinché le regioni possano assistere assiduamente e notevolmente", ha assicurato Arcuri. Fonte: Repubblica
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