Lavoratori schiavizzati, l'on. Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia accoglie la denuncia: "Nostro dovere tutelare i lavoratori".
Rampelli: "Denuncia dei i lavoratori non resti inascoltata"
“In occasione del primo sciopero nazionale dei dipendenti di Amazon, esce sul
Secolo d’Italia la testimonianza di Mario, ex lavoratore amazon.
L'on. Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia accoglie la denuncia: "Nostro dovere tutelare i lavoratori".
Queste le parole del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, che ha raccolto e scritto l’esperienza lavorativa dell’ex cartellino verde Mario, nome inventato per garantire l’anonimato, per denunciare le condizioni disumane nella quale sono costretti migliaia di dipendenti del colosso del commercio elettronico.
Lavoratori schiavizzati, la denuncia di Mario
“Mario - scrive Rampelli - ha avuto il coraggio di ‘raccontarsi’. E ha parlato a nome di tanti che non lo fanno, per paura di perdere uno stipendio, anche se misero e provvisorio”.
Scrive l’ex amazoniano “Per un periodo di tempo, che ora preferisco dimenticare, ho lavorato nello stabilimento di Bezos a Passo Corese. Ero un ‘cartellino verde’, un precario insomma".
"Per mesi ho percorso a piedi, con passo sostenuto, il famoso ‘passo Amazon’, trenta chilometri al giorno facendo su e giù per corsie lunghe 1 km. Avevo il compito di prendere gli oggetti, ‘lavorarli’ e scaricare gli acquisti. Controllato a vista da quello che chiamano rating ‘velocità di lavorazione dei pezzi per ogni ora impiegata".
"La pressione era fortissima tanto che un giorno il mio stabilimento riuscì a raggiungere il record europeo dei pezzi stoccati. Un milione e duecentomila pacchi".
Il grido di dolore: neanche la pipì potevamo fare
Un giorno sono riuscito a stoccare 3200 pezzi. Il punteggio migliore per le mie otto ore di lavoro. Non avevo fatto pause, neanche per andare al bagno. Sì, perché il bisogno di pisciare in Amazon ti mette l’angoscia, cerchi di trattenerti fino a scoppiare visto che ti viene sottratto dal tempo di lavoro. Il punteggio s’abbassa e sfuma il sogno blu”.
“Adesso - dice Rampelli - spetta a noi raccogliere la sua denuncia. Aggredendo lo scandalo delle grandi multinazionali straniere dell’e-commerce. Amazon in testa. A cominciare dal pretendere il rispetto dei più elementari diritti della persona violati sistematicamente".
"L’ispettorato del lavoro e il ministero della Sanità devono provvedere a ispezioni regolari, sanzionare, se necessario chiudere. L’obbligo del pagamento delle tasse nella nazione che gli riversa centinaia di milioni di euro di commesse al giorno non può rimanere una richiesta sulla carta. E’ lì che si annida la vera evasione. Con l’emergenza pandemia la concorrenza sleale ha raggiunto il punto di non ritorno. Fino a desertificare piccoli borghi e periferie”.
“A decine di migliaia di piccole attività – ha aggiunto - non viene consentito, giustamente, di replicare questo modello, nessun negozio su strada può avere ‘cartellini verdi’ né può eludere il fisco italiano. Dunque Amazon trae un vantaggio economico bestiale che le mette fuori gioco e le conduce alla chiusura”.
“Così- conclude Rampelli- la piccola e diffusa economia di prossimità sfuma. E con essa cala il sipario sulla struttura sociale che i nostri padri hanno costruito e ci hanno lasciato in eredità”.
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