Lo scontro
Durante la trasmissione “Non è l’Arena” in onda su La7, si è acceso un dibattito tutt’altro che sereno e tranquillo tra il conduttore e il suo ospite in studio sul tema delle scarcerazioni dei boss in regime di 41 bis, avvenute durante i mesi dell’emergenza coronavirus. Da ciò è nato il caso Dap ed è esploso poi quello Di Matteo con tanto dell’ormai famosa mozione di sfiducia per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Quando Licheri ha iniziato affermando che Pasquale Zagaria era stato scarcerato non perché vi era il timore che si ammalasse di coronavirus, ma a prescindere, perché si era ritenuto che la sua pericolosità sociale fosse scemata, ha scatenato la reazione di Giletti. Licheri ha subito giustificato il fatto chiarendo: “Non credo che ci fosse volontà di mandare a casa questa gente, credo che sia mancata una interlocuzione valida tra Dap e tribunale di sorveglianza dovuta alla situazione straordinaria dell’emergenza coronavirus. La paura di far entrare il virus”.
L'inchiesta
Ma la risposta dell’avvocato non ha certo soddisfatto Giletti che ha immedfiatamente contrattaccato sottolineando: “Abbiamo fatto un’inchiesta su questo. Il Dap non ha mai risposto a quattro udienze. Hanno chiesto dove collocarlo e Basentini non ha mai risposto, se non il sabato alle 17.38 con una mail ad un indirizzo sbagliato. E il dottor De Vito aveva fatto udienza alle 11 del mattino. Questo è uno schifo ed è ora di finirla di giocare con queste cose”. Ha poi proseguito dicendo che continuare a dire delle falsità non è da persone civili, anche perché gli italiani hanno tutto il diritto, e il dovere, di avere delle risposte. Possibilmente veritiere.
Licheri ha però specificato che nessuno sta giocando e che si sta parlando della vita delle persone. Ha infatti subito dopo letto un passo della sentenza del Tribunale in cui si afferma che “le successive cure hanno inciso in maniera autonoma e grave sulle condizioni di salute di Zagaria, ancor prima della diffusione della pandemia”. Giletti sbotta nuovamente: “ Non mi piace chi dice menzogne. Io sto citando un’inchiesta mai smentita dal ministro. Chiamasse se ha il coraggio. Chiamò Basentini ed è dovuto andare a casa. Sapeva benissimo che il Dap non aveva risposto. Siamo pronti ad aprire i telefoni”. Ha invitato infine il ministro a smentirlo qualora ne avesse avuto il coraggio, perché ha delle responsabilità. (Il Giornale)
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