Ugo Russo, Borrelli: "Il murale è un omaggio alla violenza"
OMICIDIO UGO RUSSO. È iniziato oggi, con l'udienza preliminare, il processo per l'omicidio di UGO RUSSO dopo tre anni dalla notte in cui perse la vita a 15 anni.
Il processo si apre con la richiesta di imputazione da parte della procura di Napoli per omicidio volontario aggravato nei confronti del carabiniere fuori servizio.
A sostegno dell'impianto accusatorio ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza e numerose perizie. Anche nella formula dell'incidente probatorio, che mostrano come l'omicidio ha avuto luogo in due fasi e (scrive il pubblico ministero) UGO RUSSO è colpito alla testa "mentre è in fuga".
Il comitato Verità e giustizia si è riunito davanti al tribunale di Napoli per seguire le risultanze della prima udienza.
Nel frattempo continuano anche gli omaggi al murale del giovane 15enne, al quale si oppone con forza il deputato Francesco Emilio Borrelli
"Questo murales deve essere subito rimosso dato che, oltre alle questioni edilizie, ha sempre rappresentato un omaggio alla delinquenza essendo diventato anche meta di pellegrinaggio da parte di famiglie mafiose e di camorristi". Così, in una nota, il deputato Francesco Emilio Borrelli commenta la decisione con la quale il Consiglio di Stato ha disposto la rimozione del murales che raffigura Ugo Russo. Ucciso da un carabiniere al quale il 15enne dei Quartieri Spagnoli intendeva rapinare l'orologio.
"Ricordiamo, ad esempio, - prosegue Borrelli - l'episodio che denunciammo nel giugno 2021 quando da Palermo arrivarono ai Quartieri Spagnoli amici e parenti di Emanuele Burgio, figlio del boss Filippo Burgio, rinchiuso nel carcere di Voghera per mafia ed estorsioni. Ucciso in agguato nel quartiere Vucciria a Palermo, per fare visita ai familiari di Ugo Russo e rendere omaggio a un simbolo della delinquenza".
"Intanto il prossimo aprile avrà luogo il processo contro il padre di Ugo Russo che più volte mi ha minacciato di morte, - ha ricordato Borrelli - spero che la giustizia faccia il suo corso". "Mentre si parla del murale di Russo, a Forcella sono ricomparse le scritte sui muri inneggianti a Luigi Caiafa. Altro baby rapinatore morto durante un tentativo di rapina. Lo Stato deve rispondere subito. Sui nostri territori prolificano gli omaggi ai boss e ai baby rapinatori. Mentre non vengono ricordati gli eroi e le vittime", informa infine il deputato Borrelli.
Omicidio Ugo Russo - Il padre: "Qualcuno ha voluto che morisse"
"Qualcuno ha voluto che Ugo morisse quella sera, perché è stato inseguito e ammazzato. Il carabiniere? Non sta a me giudicare, rispetteremo le sentenze". Lo ha detto, il padre di Ugo Russo, rispondendo alle domande dei giornalisti stamattina. All'esterno del Tribunale di Napoli dove si è svolta l'udienza preliminare del processo nel quale è imputato il carabiniere che gli sparò, uccidendolo, la notte tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020, a Napoli, mentre il 15enne tentava di rapinargli l'orologio.
In relazione al murales che ricorda Ugo, realizzato nei Quartieri Spagnoli, per il quale il Consiglio di Stato, ieri, ha disposto la rimozione, Vincenzo Russo ha ribadito che le sentenze vanno rispettate. "Rispetteremo anche questa - ha detto - anche se per noi è un' ingiustizia. Ma non ci staremo zitti quando verranno a coprirlo".
A chi gli ha chiesto quale fosse lo stato d'animo di tutta la famiglia, il padre di Ugo ha risposto che loro hanno già perso "dal primo giorno".
"Il nostro stato d'animo? - ha ribadito Vincenzo Russo - Sono tre anni che dormiamo poco la notte, che si piange, che ci attaccano, e non so perché. Mio figlio stava sbagliando, quella sera, l'abbiamo sempre ammesso, però avete letto gli atti della Procura e gli atti parlano. Hanno lavorato tanto, e questo ci fa piacere, noi abbiamo fiducia nella magistratura.
La mia verità? Stava scappando, sarebbe stato arrestato, sarebbe finito in un carcere minorile e avrebbe pagato per quello che stava facendo. Magari oggi mio figlio stava in carcere e avremmo potuto aprire gli occhi sulla strada che stava intraprendendo".
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