omicidio arcangelo correra
omicidio arcangelo correra

L’omicidio di Arcangelo Correra, 18 anni, colpito mortalmente alla testa nella notte, riporta Napoli al centro della discussione sulla criminalità giovanile, ormai una vera emergenza nazionale. L’assassinio di Correra, incensurato, rappresenta l’ennesima vita spezzata in un contesto di crescente violenza tra i più giovani. Questo episodio segue la tragica morte di Emanuele Tufano, 15 anni, e Santo Romano, 19, entrambi vittime di un’escalation di violenza che sta devastando il capoluogo campano.

L’episodio di Correra ha spinto i parlamentari del Partito Democratico a pubblicare una nota ufficiale, in cui si denuncia la gravità della situazione e si chiede un intervento coordinato e deciso da parte del Governo.

La nota del PD: “Disarmiamo Napoli con un intervento nazionale”

Nella nota ufficiale, i parlamentari del PD esprimono profonda preoccupazione per l’uccisione di Arcangelo Correra, sottolineando che a Napoli si continua a “morire e uccidere quando si è ancora minorenni”. Nella dichiarazione, i parlamentari mettono in evidenza la facilità con cui armi e coltelli finiscono nelle mani dei giovani, diventando accessibili a chiunque con pochi soldi. “È necessario bloccare il traffico di armi illegali e interrompere questa spirale di violenza,” scrivono i rappresentanti del PD, che esprimono anche apprezzamento per il lavoro di Prefettura e Forze dell’Ordine, ma criticano l’idea che “più carcere sia la soluzione”.

Secondo la dichiarazione, Napoli ha bisogno di un programma straordinario che coinvolga tutte le componenti sociali per frenare la violenza giovanile: “Dalle istituzioni ai cittadini, dalle associazioni alle Forze dell’Ordine, serve una mobilitazione civile e culturale”. Inoltre, propongono misure specifiche: “Più assistenti sociali, più psicologi, più educatori, scuole aperte, iniziative sportive e culturali”. I parlamentari chiedono un dibattito urgente in Parlamento, dove possa nascere un’azione politica collettiva per affrontare l’emergenza come una responsabilità di Stato.

Muscarà: “Mancano spazi per i giovani, il sindaco sia in prima linea”

Alla richiesta di interventi strutturali si unisce Marì Muscarà, consigliera regionale, che critica aspramente l’amministrazione locale, accusandola di “passerelle” senza azioni concrete. Muscarà denuncia la mancanza di spazi sicuri e adeguati per i giovani, che sarebbero lasciati senza alternative: “I ragazzi si sparano tra loro perché non hanno spazi per sé, né luoghi in cui ritrovarsi, fare sport o condividere momenti insieme”. La consigliera pone l’accento su un problema diffuso, che va oltre la criminalità organizzata: “Non possiamo limitarci a dire che è colpa della camorra, dobbiamo creare alternative e luoghi di aggregazione per i giovani di Napoli”.

Severino Nappi (Lega): “Necessarie misure severe contro la criminalità giovanile”

Di parere diverso è Severino Nappi, consigliere regionale della Lega, che punta il dito contro le politiche delle amministrazioni di sinistra che, a suo dire, avrebbero portato a questa crisi. Nappi accusa “il finto buonismo e l’immobilismo” di aver contribuito alla crescita della criminalità giovanile, criticando il PD e altre forze di sinistra per l’“incapacità di affrontare il problema”.

Secondo Nappi, la soluzione risiede in misure forti e immediate, come quelle introdotte dal Governo nazionale: “Potenziamento della videosorveglianza, aumento delle forze dell’ordine e inasprimento delle pene”. Secondo il consigliere, solo un intervento deciso e punitivo sarà efficace contro il degrado sociale e la criminalità giovanile.

Un futuro incerto: Napoli chiede un intervento urgente e una visione a lungo termine

L’omicidio di Arcangelo Correra porta alla luce una realtà drammatica per Napoli, una città in cui la criminalità giovanile è ormai diventata parte del quotidiano. Le istituzioni e la società civile si trovano unite nella richiesta di soluzioni, sebbene divise sulle strategie da adottare. Da un lato c’è chi invoca un maggiore intervento sociale e culturale, dall’altro chi vede nella repressione e nel controllo intensivo l’unica via.

Questa emergenza evidenzia la necessità di misure che, al di là delle singole posizioni, possano rendere Napoli una città più sicura, dove i giovani non siano attratti dalla violenza, ma possano costruire il loro futuro con strumenti e opportunità adeguate.

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