rita cefariello
Rita Cefariello

“Una giovane vita spezzata non solo dalla malattia, ma dall’indifferenza istituzionale.” Con queste parole, Marì Muscarà, consigliera indipendente della Regione Campania, denuncia il sistema che ha lasciato sola Rita Cefariello, la giovane di Volla affetta da atrofia muscolare spinale, morta a causa di un arresto cardiaco.

Fondi bloccati e ritardi burocratici

La tragedia di Rita non è solo il risultato di una grave condizione clinica, ma anche di un sistema amministrativo che non ha saputo garantire le risorse necessarie per la sua assistenza. Il dramma si consuma nell’Ambito Territoriale N24, che comprende i Comuni di Volla, Cercola, Pollena Trocchia e Massa di Somma. Qui, i fondi del Fondo per la Non Autosufficienza (FNA), destinati ai disabili gravissimi, risultano bloccati da anni.

Secondo Muscarà, dal 2020 i beneficiari aspettano assegni che spettano loro di diritto, mentre la burocrazia si perde tra dissesti finanziari e rimpalli di responsabilità tra enti locali e Regione Campania. L’ultimo stanziamento di 263.031,93 euro, deciso il 27 gennaio 2025, non ha migliorato la situazione: molti disabili aspettano ancora da oltre tre anni le risorse essenziali per la loro sopravvivenza.

Una battaglia finita in tragedia

Rita Cefariello aveva denunciato la sua condizione partecipando, il 22 novembre scorso, a un sit-in sotto la sede della Regione Campania per chiedere lo sblocco dei fondi. Durante la protesta, contrasse una polmonite, che aggravò il suo stato di salute fino al tragico epilogo.

“Chi ha causato questi ritardi deve risponderne davanti ai cittadini e alla giustizia,” tuona Muscarà. La consigliera punta il dito contro una gestione inefficiente: in tre anni, oltre 3 milioni di euro sono stati spesi per costi amministrativi, mentre chi necessita di assistenza quotidiana resta senza supporto.

Le richieste alla Regione Campania

Muscarà esige risposte immediate dalla Regione e avanza tre richieste precise:

Chiarimenti sui fondi ancora bloccati.

Un piano straordinario per saldare gli arretrati ai disabili gravissimi.

Un’indagine approfondita sulla gestione dei trasferimenti e sulle responsabilità di chi ne ha ostacolato l’erogazione.

“Le scuse non bastano più”

“Le scuse non bastano più,” conclude Muscarà. “Serve giustizia per Rita e per tutte le famiglie lasciate sole in questa vergognosa attesa.”

Il suo appello risuona come un monito: la burocrazia non può continuare a essere complice di altre tragedie.

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