Nel programma La Vita in Diretta, condotto da Alberto Matano su Rai1, lo zio di Manuel Proietti, il bambino di 5 anni deceduto nell'incidente a Casal Palocco, ha condiviso un messaggio di non generare odio in risposta all'odio.

Ha spiegato che, in questo momento, parlare di perdono è difficile. Queste sono state le uniche parole che è riuscito a pronunciare riguardo alla tragica disgrazia che ha colpito la sua famiglia.

Il funerale di Manuel si è svolto ieri in forma riservata in una parrocchia di Roma Sud, un momento che ha amplificato il dolore della famiglia. Lo zio ha raccontato che da quel terribile 14 giugno ogni giorno è diventato un calvario per loro.

Ogni giorno, si recano sul luogo dell'incidente per raccogliere tutti i ricordi e i biglietti che saranno poi consegnati alla famiglia. Molte persone, tra cui numerosi bambini accompagnati dai genitori, lasciano un ricordo, un fiore e un messaggio. Questo è un punto importante per loro per ricordare il piccolo Manuel.

Lo zio ha anche menzionato i TheBorderline, affermando che quei ragazzi erano in balia di se stessi e tendevano a minimizzare le cose. Dopo l'incidente, erano confusi e non avevano compreso appieno né la gravità della situazione né di aver causato la morte di una persona. Ha sottolineato il grande contrasto tra giovani ventenni che guidano automobili costose e fanno i YouTuber, e un bambino di cinque anni che perde la vita. Una disparità che, a detta sua, ha creato una miscela esplosiva.

incidente casal palocco
L'incidente a Casal Palocco, quartiere di Roma

Incidente Casal Palocco, le parole dello zio di Manuel

"Da quel maledetto 14 giugno ogni giorno è diventato un calvario. Tutti i giorni vengo per prendere tutti i ricordi e i biglietti che rimarranno poi alla famiglia, tantissime dediche e tantissimi bambini che vengono con i genitori e lasciano un ricordo, un fiore e un messaggio. È un continuo, ogni giorno e ogni ora, per noi questo rimarrà un punto importante per ricordare il piccolo”,

Lo zio continua e parla anche dei TheBorderline: “I ragazzi erano in balia di loro stessi e quindi tendono a minimizzare le cose. Io c'ero dopo l'incidente, erano quattro ragazzini sbandati e non avevano ancora capito né l'entità della situazione, né potevano aver capito di aver ucciso una persona. Il contrasto enorme che c'è tra ventenni che girano con l'automobile molto costosa, che fanno gli youtuber, e un bambino di cinque anni che muore ha creato e generato una miscela esplosiva".

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