BONUS 200 EURO. Il bonus 200 euro verrà erogato in via provvisoria, ma in seguito a controlli potrà essere richiesto indietro dall’INPS o dal datore di lavoro. Quindi i lavoratori dipendenti non saranno gli unici a rischiare di restituire i soldi, come avevamo già segnalato qualche mese fa, ma anche chi riceverà i soldi dall’INPS, che provvederà a fare i controlli reddituali entro un anno dall’ultima dichiarazione. L’annuncio ufficiale è contenuto in una recente circolare che non lascia spazio a interpretazioni. In questo articolo vi spiegheremo cosa dice la circolare nel dettaglio, chi rischia di restituire i soldi e cosa fare se non si è certi di avere diritto al bonus 200 euro.

Bonus 200 euro, chi dovrà restituire i soldi: caso Inps

Innanzitutto, analizziamo la situazione in cui a pagare il bonus 200 euro sarà l’INPS, ovvero quella che riguarda tutti i percettori eccetto i dipendenti privati, che invece saranno pagati dal datore di lavoro. Tra chi sarà pagato dall’Inps ci sono i percettori del Reddito di cittadinanza, che non rischiano nulla: tutti i dati reddituali sono sempre aggiornati nelle banche dati dall’Inps, che attinge anche dalle attestazioni Isee. Ci sono poi i percettori di disoccupazione Naspi (pagata in anticipo questo mese) o Dis-Coll, che devono essere stati titolari di indennità a luglio e devono averla percepita a giugno e che, salvo che non abbiano dichiarato il falso, non avranno problemi di restituzione, visto che anche per loro tutti i dati sono già stati elaborati in seguito alla domanda. A rischiare la restituzione del bonus 200 euro è chi dichiara autonomamente i redditi percepiti e ha meno scambi di dati con l’INPS, parliamo principalmente di pensionati (alcuni dei quali percepiranno anche quattordicesima) e lavoratori autonomi. Inps specifica che il controllo dei redditi percepiti, che non può essere superiore a 35.000 euro per il 2021, sarà fatto entro un anno e che chi dovesse sforare la soglia restituirà il bonus 200 euro.

Bonus 200 euro, chi dovrà restituire i soldi: soglia di reddito ma non solo

A determinare la restituzione del bonus 200 euro indebitamente percepito potrebbe essere anche un accertamento che determini la sospensione o la revoca della pensione. In questo caso il requisito reddituale passa in secondo piano, cosa che invece non accade per i lavoratori autonomi, per cui rappresenta forse l’unico indice da rispettare per ricevere il bonus.

Nello specifico, ecco cosa dice la Circolare 73/2022 in merito:

Si aggiunge in proposito che l’eventuale erogazione di somme in eccedenza può riguardare non soltanto il caso in cui, dopo la prevista verifica, il soggetto risulti avere percepito nel 2021 un reddito superiore a 35.000 euro, ma anche l’ipotesi in cui il trattamento pensionistico che ha dato titolo al riconoscimento dell’indennità una tantum sia revocato o, comunque, tutte le circostanze in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto a prescindere dal requisito reddituale.

Bonus 200 euro, come rifiutarlo

Nella stessa circolare Inps fa riferimento alla possibilità di rinunciare al bonus 200 euro. Non è indicata però una procedura specifica e si fa vagamente riferimento al fatto che la richiesta va fatta per via telematica: Ove il soggetto, invece, riceva l’indennità come titolare di trattamento previdenziale e assistenziale ma sia consapevole che i redditi dell’anno 2021 una volta verificati, comporteranno la revoca del beneficio per superamento dei limiti di legge, può rinunciare all’indennità una tantum mediante specifica richiesta da inoltrare in via telematica con gli appositi canali messi a disposizione dell’Istituto per l’erogazione delle prestazioni. Consigliamo quindi, nel caso in cui siate certi di non aver diritto al bonus 200 euro, di segnalarlo all’INPS di persona, recandovi alla sede provinciale competente per la vostra residenza.

Bonus 200 euro, chi dovrà restituire i soldi: dipendenti privati

La situazione è molto diversa per i dipendenti privati, che saranno pagati dal datore di lavoro dopo avergli presentato una auto- dichiarazione in cui certificano di avere diritto al bonus 200 euro. In caso non siano sicuri di averne diritto basterà comunicarlo al datore di lavoro e non compilare nulla. Infatti, se invece compileranno il modello e percepiranno indebitamente il bonus 200 euro, sarà il datore di lavoro a recuperare i soldi direttamente dal dipendente, in quanto Inps rifiuterà la compensazione per mancanza di requisiti.

I due requisiti fondamentali per i dipendenti privati per ottenere il bonus 200 euro sono:

  • Aver goduto dell’esonero contributivo dello 0,8% nel primo quadrimestre del 2022 per almeno una mensilità;
  • Non ricevere trattamenti pensionistici, di pensione, o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi, sordomuti, trattamenti di accompagnamento alla pensione o reddito di cittadinanza.(TheWam) Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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