GUERRA MEDIORIENTE. Israele posticipa l'attacco terrestre mentre i media israeliani discutono del prossimo rilascio di 50 ostaggi con doppia cittadinanza. Già due donne sono state liberate, e si è confermata la tragica morte del terzo italiano-israeliano disperso, Nir Forti, di 29 anni.

Nel frattempo, ulteriori attacchi aerei hanno colpito Gaza e il sud del Libano in risposta ai lanci di razzi dal territorio libanese, mirando a basi di Hezbollah. L'Iran minaccia di attaccare Israele, e il Premier Netanyahu perde consensi. L'ONU rinnova l'appello per una tregua immediata. Il Presidente Biden afferma, "Discuteremo di una tregua dopo il rilascio degli ostaggi".

Israele ha rinviato la sua pianificata offensiva terrestre, mentre i media israeliani sono pieni di notizie sull'imminente rilascio di 50 ostaggi con doppia cittadinanza. Già due donne hanno riacquistato la libertà, mentre una triste notizia è giunta nel corso della serata: la conferma della scomparsa di Nir Forti, un giovane di 29 anni di origine italo-israeliana.

Nel frattempo, ulteriori attacchi aerei hanno preso di mira la Striscia di Gaza e il sud del Libano. Le forze armate israeliane sostengono che questi attacchi abbiano distrutto basi di Hezbollah in risposta ai lanci di razzi provenienti dal territorio libanese. Questi sviluppi intensificano le tensioni, specialmente mentre l'Iran minaccia possibili azioni aggressive contro Israele.

Anche sul fronte interno in Israele, si stanno facendo sentire le sfide. Il Primo Ministro Netanyahu sta affrontando un calo nel suo indice di approvazione in mezzo alla tumultuosa situazione. La pressione internazionale per una tregua è in aumento, con le Nazioni Unite che ribadiscono l'appello a un immediato cessate il fuoco.

Guerra Medioriente, Usa: non è il momento di un cessate il fuoco per Gaza

Nel frattempo, il Presidente Biden ha fornito un'importante indicazione sulla posizione degli Stati Uniti riguardo alla situazione. Ha sottolineato che il rilascio di tutti gli ostaggi deve essere la priorità principale, affermando: "Questa deve essere la mossa iniziale. Al momento non stiamo discutendo di una tregua. Non riteniamo che sia il momento giusto per una tregua."

Mentre la situazione si sviluppa, il mondo osserva con attenzione, sperando in una soluzione che possa alleviare le sofferenze e ripristinare la pace nella regione.

Posizione della Cina sul Diritto di Israele all'Autodifesa e sulla Protezione dei Civili

La Cina sostiene con fermezza ogni sforzo volto a promuovere la pace ed è impegnata a facilitare la riconciliazione tra Palestina e Israele. Wang, un funzionario cinese, ha enfatizzato l'imperativo di evitare che la situazione si deteriori ulteriormente, causando difficoltà umanitarie ancora più gravi in un conflitto che coinvolge l'intero mondo.

La Cina esprime profonda preoccupazione per l'escalation continua del conflitto e il peggioramento della situazione umanitaria. Condanna tutte le azioni che danneggiano i civili e si oppone a qualsiasi violazione del diritto internazionale. Wang ha sottolineato la lezione dolorosa appresa dalla crisi: solo attraverso il rispetto del concetto di sicurezza comune è possibile garantire una sicurezza sostenibile, e solo attraverso una soluzione politica possono essere affrontate in modo efficace le legittime preoccupazioni di sicurezza di Israele.

In questo contesto, c'è un ampio consenso nella comunità internazionale a favore della soluzione a due Stati. Si auspica che entrambe le parti tengano conto della situazione attuale e degli interessi a lungo termine di pace e sicurezza condivisi dalle future generazioni. L'obiettivo finale, come ha sottolineato Wang, è tornare al più presto sulla via di una soluzione a due Stati, riprendere i negoziati di pace e raggiungere una coesistenza pacifica tra Palestina e Israele, nonché una coesistenza armoniosa tra le nazioni arabe ed ebraiche.

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