Il caos scoppiato intorno al vaccino AstraZeneca è ben lontano dal placarsi, nonostante le rassicurazioni giunte da parte delle istituzioni e degli esperti. Gli italiani temono le reazioni avverse dopo la somministrazione del siero anti-Covid.
No al vaccino AstraZeneca
I casi di trombosi, alcuni risultati mortali, dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno, seriamente, minato la fiducia dei cittadini nel siero prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese. Situazione evidenziata da Sileri a "Domenica In":
"Forse la media nazionale delle persone che diranno no al vaccino AstraZeneca sarà attorno al 15-20%" ammette il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Al momento, la somministrazione di tali dosi è dedicata, esclusivamente, ai cittadini over 60.
Sileri, nel corso del programma televisivo, ha aggiunto:
"La percentuale è variabile da regione a regione. In alcune regioni è molto alta, in Sicilia è tra il 50% e l'80% in alcune aree". Statistiche che non hanno sorpreso il sottosegretario alla Salute:
"E' comprensibile dopo l'ultima settimana e dopo ciò che ha vissuto AstraZeneca". Che sposta il focus sul discorso delle fasce d'età, spiegando che:
"Il vaccino non è vietato sotto i 60 anni, il rischio-beneficio di quel vaccino è per tutte le fasce di età".
AstraZeneca, stop alle preoccupazioni
"L'incidenza attualmente è attorno a 180 casi per 100.000 abitanti. Con questa circolazione, anche tra i giovani questo vaccino è eccellente per evitare che qualcuno vada in terapia intensiva" sottolinea Pierpaolo Sileri nel corso del suo intervento.
Sileri si vaccinerebbe con AstraZeneca: "
E' chiaro che le persone si preoccupino, mi preoccuperei anche io se non fossi un medico e sentissi certe cose. Io ho 49 anni, se dovessero chiamarmi domani per la vaccinazione e mi dicessero che è avanzata una dose di Astrazeneca me la farei domani, non ci penserei un secondo in questo momento di altissima circolazione del virus".
E sul piano vaccinale che procede a rilento, Sileri è sicuro che le cose si sistemino in poco tempo:
"Laddove vi sono stati problemi è perché si è partiti male da subito. Si sta colmando un gap, tempo due settimane vedremo le regioni almeno sulla prima dose più allineate".
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