Fedez
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Il Tribunale del Riesame di Milano ha rilasciato le motivazioni che confermano la custodia cautelare per Christian Rosiello, ex bodyguard del rapper Fedez e noto ultrà della curva Sud del Milan. L’inchiesta svela legami preoccupanti tra il mondo dello sport, della musica e della criminalità organizzata, evidenziando come la violenza degli ultras fosse usata anche al di fuori del contesto calcistico.

Christian Rosiello: dal tifo estremo alla protezione personale

Christian Rosiello, 41 anni, è descritto dai giudici come un individuo dalla “indole violenta”. Il suo incarico come guardia del corpo di Fedez, secondo le motivazioni, sarebbe stato deciso da Luca Lucci, capoultrà della curva Sud del Milan, grazie a un rapporto di amicizia con il rapper.

Questo rapporto ha avuto conseguenze dirette: una delle accuse più gravi a carico di Rosiello riguarda il pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino, avvenuto nell’aprile scorso. L’aggressione, legata a una lite tra Iovino e Fedez, dimostra, secondo i giudici, come il “capitale di violenza” della curva Sud milanista venisse mobilitato su richiesta, anche per vicende estranee allo stadio.

Il coinvolgimento di Luca Lucci

Luca Lucci, leader degli ultras rossoneri, è figura centrale nella vicenda. Già coinvolto in accuse di spaccio di droga e tentato omicidio, avrebbe orchestrato l’assunzione di Rosiello come guardia del corpo di Fedez. La sua influenza sugli ultras emerge in molteplici indagini, compresa quella sulle curve di San Siro, condotta da Polizia e Guardia di Finanza e coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra.

Lucci, insieme a Rosiello, è accusato di associazione per delinquere, connessa a un maxi blitz del settembre scorso che ha portato alla luce legami tra ultras, criminalità organizzata e traffico di droga.

Il caso del pestaggio di Cristiano Iovino

Fedez non è coinvolto nell’inchiesta sulla curva Sud, ma risulta indagato per il presunto pestaggio di Cristiano Iovino. Questo episodio, secondo gli inquirenti, è un esempio di come la violenza legata al mondo ultras fosse messa al servizio di richieste personali.

Durante il procedimento, i pm hanno sottolineato come l’assunzione di Rosiello fosse stata direttamente “indicata” da Lucci, rafforzando l’idea di una rete criminale capace di operare al di fuori del contesto sportivo.

Un quadro inquietante: tra sport, musica e crimine

Le indagini gettano luce su un sistema in cui la violenza non era limitata agli stadi, ma si estendeva a protezioni personali e risoluzioni di conflitti privati. Questo intreccio tra personaggi pubblici e reti criminali solleva interrogativi sulla permeabilità di certi ambienti e sulla capacità delle autorità di monitorare e contrastare tali fenomeni.

La vicenda di Fedez, Rosiello e Lucci rappresenta un esempio emblematico di come la violenza organizzata possa infiltrarsi in ambiti apparentemente lontani, come quello dello spettacolo. Le indagini proseguiranno per chiarire ulteriormente il ruolo di tutti i soggetti coinvolti, in un caso che evidenzia il sottile confine tra legami personali e dinamiche criminali.

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