Coronavirus, i volontari della Croce Rossa: "Lavoriamo 14 ore al giorno, ma ci saremo sempre".
"Siamo stanchi, ci siamo impegnati tanto ma continueremo a farlo fino alla fine, noi ci saremo, senza alcun tipo di condizionale: siamo qui per questo". È un viso provato eppure fiero quello di Lucia Fiorini, presidente della Croce Rossa di Lodi che da settimane coordina il lavoro delle autoambulanze e di operatori e volontari chiamati a intervenire in casi di sospetti contagi. Sono loro il primo filtro tra possibili pazienti e gli ospedali: un lavoro continuo e ad alto rischio che più di 200 persone portano avanti senza sosta per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Nessuno sapeva, dopo quella prima chiamata, cosa fosse il Coronavirus Fanpage.it ha trascorso un pomeriggio nel quartiere generale della Croce Rossa di Lodi raccogliendo le testimonianze di alcuni volontari e della stessa Lucia Fiorini: "Dal 21 febbraio abbiamo a messo a disposizione circa dieci macchine, usualmente ne abbiamo due, i volontari sono 220 e i dipendenti sono 17", spiega la presidente che ogni giorno coordina il lavoro di tantissime persone, tutti perlopiù volontari. "Il primo giorno di emergenza ero al lavoro e mi hanno chiamata dicendomi ‘Sei davanti a un orologio? Che ore sono e dimmi entro quanto sei qui'. Da lì è iniziato tutto, ma nessuno sapeva cosa fosse il Covid-19 e dove ci avrebbe portati", racconta una giovane volontaria. I nostri famigliari sono preoccupati ma questo è il nostro lavoro Un infermiere del 118 di Brescia è appena rientrato da un intervento a Casalmaiocco, in provincia di Lodi, dove, totalmente bardato dalla divisa necessaria in questo tipo di uscite, ha soccorso due pazienti che hanno avuto contatti con una persona positiva al Covid-19: "Lavoriamo in media 14 ore al giorno, un lavoro incessante – spiega a Fanpage.it – i nostri familiari sono preoccupati ma noi tra colleghi cerchiamo di non parlare di quanto sta accadendo, facciamo il nostro lavoro come è giusto che sia". Anche un altro operatore è tornato in sede dopo un'uscita a Crema, il secondo della giornata, si tratta di un possibile infetto: "Questo signore presentava febbre da circa otto giorni – racconta l'uomo – aveva 40 anni e quindi siamo stati chiamati per capire se poteva trattarsi o meno di un caso di Coronavirus". Quando un operatore rientra i mezzi vengono sanificati prima di uscire di nuovo C'è anche un giovane volontario tra i tanti operatori della Croce Rossa di Lodi impegnati quotidianamente nei tanti interventi: "Noi di solito abbiamo sulle ambulanze i dpi (dispositivi di protezione individuale ndr), e tra di noi ci siam sempre detti che non li avremmo mai usati e invece ora li usiamo per ogni uscita – spiega a Fanpage.it – io sono stato precettato per questa emergenza, nella vita faccio altro ma questa settimana il mio datore di lavoro mi ha concesso di essere qui per aiutare la Croce Rossa". È un lavoro continuo e frenetico quello dei volontari e dei dipendenti che sono in prima linea e sono consapevoli dell'importanza di ciò che fanno, pur correndo qualche rischio: "I volontari si preparano nel locale che abbiamo adibito per la vestizione ed escono, poi quando i mezzi rientrano dalle uscite vengono sanificati per circa 20 minuti", conclude Lucia Fiorini mentre si sente il suo di un campanello che indica la necessità di un altro intervento. Il lavoro non si ferma mai e noi non possiamo fare altro che ringraziarli. Fonte: https://www.fanpage.it/ Leggi anche Coronavirus, il sindaco di Bari al parco: "Andate via, andate tutti a casa" e chiude i cancelli. Seguici su Facebook 41esimoparallelo