Processo Santo Romano
Processo Santo Romano

Si conoscerà il 29 aprile la sentenza per l'omicidio di Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso con un colpo di pistola il 4 novembre 2024. La prima udienza del processo si è svolta davanti al Tribunale dei Minori di Napoli, alla presenza di numerosi amici e parenti della vittima. 

Tra loro, Simona Capone, la fidanzata di Santo, oggi maggiorenne, che ha stretto per tutta la mattinata una scarpa sportiva appartenuta al ragazzo: 

"È l'unico oggetto dal quale posso sentire il suo odore. Era da tanto che non la portavo in pubblico, ma oggi è una giornata importante e volevo un pezzo di lui con me".

Manifestazione dei giovani davanti al Tribunale
Manifestazione dei giovani davanti al Tribunale

Un litigio per una scarpa e un colpo di pistola fatale

La tragedia si consumò a San Sebastiano al Vesuvio, in seguito a un banale litigio nato da un pestone accidentale. Quello scontro si trasformò presto in una discussione accesa, culminata nel gesto fatale: un minorenne, reo confesso, esplose un colpo di pistola contro Santo, uccidendolo. Oggi, quel giovane è sul banco degli imputati. La difesa ha ottenuto il rito abbreviato, che potrebbe comportare uno sconto di pena, generando ulteriore rabbia e tensione tra i familiari della vittima. Il giudice, inoltre, ha rimandato la decisione sulla richiesta di una perizia psichiatrica avanzata dalla difesa.

La madre di Santo: 'Non lo perdonerò mai'

Al termine dell’udienza, Mena Di Mare, madre di Santo, è apparsa profondamente provata: 

"L'assassino di mio figlio era in aula. Non mi ha nemmeno guardata in faccia, teneva gli occhi bassi. Ha detto di essere consapevole di aver sbagliato e che deve pagare, ma io non gli credo. Non lo perdonerò mai. Aspetto solo la decisione del giudice, quella giusta, che lo faccia pagare per tutta la vita".

Le dichiarazioni della difesa e della famiglia Romano

L'avvocato Marco De Scisciolo, legale della famiglia Romano, ha chiarito l’andamento dell’udienza: 

"Il giudice ha ammesso l’imputato al rito abbreviato. Resta la questione della perizia psichiatrica, che verrà valutata nelle prossime settimane. L’imputato era presente in aula, ha fornito la sua versione dei fatti e per la prima volta si è dichiarato pentito, seppur senza entrare nei dettagli. Ha risposto alle domande, cercando di ricostruire quei momenti".

La fidanzata di Santo: 'La giustizia deve punire chi commette reati così gravi'

Simona Capone, con la scarpa del fidanzato tra le mani, ha espresso la sua fiducia nella giustizia: 

"Questo può essere il primo passo per combattere la violenza tra i giovani. La giustizia c’è, ci deve essere, e deve punire chi commette reati così gravi".

La giovane ha raccontato il dolore vissuto negli ultimi mesi:

 "Se dovessi scavare nella mia mente, i primi mesi li ho quasi cancellati. Rivedere i suoi vestiti nell’armadio è straziante. Ho bisogno di supporto psicologico per affrontare tutto questo. Da cinque mesi, il mio futuro non riesco a vederlo. Penso solo a cosa posso fare per Santo. Le mie giornate sono scandite da questo dolore, è diventata la mia routine".

Simona Capone e Santo Romano
Simona Capone e Santo Romano

La richiesta di una pena esemplare

Simona ha poi aggiunto:

 "Il destino dell’assassino di Santo è nelle mani della giustizia, ma temo che possa tornare libero e ritrovarmelo davanti per strada, lui e i suoi amici. Chi ha il potere di agire deve farlo nel modo giusto: deve esserci il massimo della pena. Santo non tornerà più, ma bisogna garantire un futuro sicuro per tutti".

Nel frattempo, la famiglia Romano e gli amici della vittima stanno lavorando alla creazione di un'associazione in memoria di Santo, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere la violenza giovanile. 

"Il futuro è imprevedibile, ma vogliamo fare qualcosa di concreto affinché tragedie come questa non accadano mai più", ha concluso Simona.

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