chiara petrolini

L’autopsia effettuata da Valentina Bugelli, medico legale, e Francesca Magli, antropologa forense, ha svelato un dettaglio drammatico: uno dei due neonati sepolti nel giardino della casa di Chiara Petrolini a Traversetolo, in provincia di Parma, era ancora vivo al momento della nascita.

Le Conclusioni dell’Autopsia

Nonostante l’assenza di tessuti molli e cartilaginei da analizzare, i risultati delle perizie hanno chiarito che il primo neonato non è morto prima del parto. Questo significa che il piccolo è venuto al mondo vivo e sarebbe poi deceduto in un secondo momento.

Le consulenze tecniche sono state depositate presso la Procura di Parma, che sta procedendo con l’indagine per omicidio contro la 22enne.

L’Ipotesi del Procuratore

Fin dalle prime fasi, il procuratore Alfonso D’Avino aveva ipotizzato questa versione dei fatti. Chiara Petrolini è accusata non solo di omicidio, ma anche di soppressione dei cadaveri, con l’accusa di aver nascosto entrambi i neonati.

L’analisi delle ossa, compatibili con un neonato di almeno 40 settimane, e la presenza di piccole gemme dentali embrionali sui canini e incisivi, hanno portato i consulenti a concludere che il piccolo fosse nato vivo. Secondo il suo racconto nell’interrogatorio del 10 settembre, la madre avrebbe messo il neonato in giardino dopo averlo scosso, notando che non respirava.

Situazione Legale e Prospettive

Dalla data del 20 settembre, Chiara Petrolini è agli arresti domiciliari. L’indagine continua ad approfondire gli elementi emersi finora, con l’obiettivo di chiarire ogni dettaglio sui tragici eventi e stabilire responsabilità concrete.

Questa vicenda solleva interrogativi sulle dinamiche familiari e sociali che hanno portato a un episodio tanto drammatico e mette in luce il ruolo fondamentale delle indagini forensic nella ricostruzione della verità.

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