Napoli, incendio doloso al locale "Buco Pertuso": la polizia a caccia del responsabile
Le immagini delle telecamere incastrano il piromane
Un uomo con un giubbotto scuro e il cappuccio alzato si avvicina velocemente al locale "Buco Pertuso", in via Giovanni Paladino, con in mano una tanica di benzina. Sono le 3:26 della notte tra il 30 e il 31 gennaio. Versa il liquido infiammabile sotto la serranda, la forza per far penetrare il combustibile anche all'interno e poi lo sparge intorno all'ingresso. Dopo aver appiccato il fuoco, si allontana, ma torna poco dopo per lanciare una bottiglia e alimentare le fiamme.
Le telecamere esterne del locale hanno ripreso ogni fase dell'incendio doloso, confermando che si è trattato di un attacco premeditato. La polizia sta analizzando i filmati per cercare di identificare l'uomo, sebbene il buio della notte complichi il riconoscimento.
Gli interrogativi: vendetta o intimidazione?
I gestori del locale, Mauro Serino e Michele Lamagna, si dicono sconcertati e senza risposte.
"Escludiamo ritorsioni per litigi o richieste di pizzo. Se ci avessero chiesto un'estorsione, ci saremmo rivolti immediatamente all'antiracket”, ha dichiarato Serino.
Il "Buco Pertuso" è uno dei locali più frequentati da studenti e giovani lavoratori nel centro storico di Napoli. L'incendio ha provocato gravi danni: distrutti l'ingresso, l'insegna e i macchinari per l'areazione, mentre l'interno ha subito deterioramenti significativi. A ciò si aggiungono le perdite economiche per i giorni di chiusura forzata.
L'intenzione dei titolari è di riaprire al più presto, ma serviranno tempi burocratici per ripristinare i danni. Con loro, anche i sette dipendenti del locale sperano in una rapida ripresa dell'attività.
La solidarietà della città: avviata una raccolta fondi
L'attacco ha suscitato una forte ondata di solidarietà tra i napoletani. Alcuni clienti abituali hanno avviato una raccolta fondi su "GoFundMe", intitolata "Aiutiamo il Buco Pertuso a rinascere".
"Possono distruggere le mura, ma non potranno mai distruggere la comunità che lo ama", scrivono gli organizzatori dell’iniziativa.
Finora sono stati raccolti poco più di mille euro, ma il valore simbolico dell’operazione è ciò che più ha colpito i gestori:
"Questo sostegno ci dà la forza di andare avanti. Napoli ci è vicina e vogliamo tornare a lavorare il prima possibile", ha aggiunto Serino.
L’incendio del "Buco Pertuso" resta un caso aperto per le forze dell’ordine, mentre la comunità si mobilita per ricostruire e restituire alla città un punto di riferimento della movida napoletana.