BELLUNO. Non si può accettare, un bimbo poco più di un anno di vita. Era un bambino gioviale il piccolo Christian, amorevole, sempre allegro. Era la gioia di tutta la sua famiglia, poi all'improvviso il dramma, l'orrore.

Domani, martedì 29 novembre, alle 15 in parrocchia a Cavarzano, Belluno, sarà celebrato il funerale del piccolo Christian Lozovyy, morto a soli 15 mesi per una meningite da pneumococco. 

Si tratta di un doloroso caso di meningite pneumococcicaderivante da una forma invasiva di pneumococco, di quei casi rari che purtroppo capitano. Il bambino era stato vaccinato regolarmente, e anche contro lo pneumococco aveva fatto due delle tre dosi consigliate, la terza era stata posticipata perché da un mese e mezzo il piccolo aveva qualche disturbo respiratorio. Nessuno deve rimproverarsi nulla: tutti hanno fatto quello che si poteva fare. Capitano ahimè forme invasive di batteri che in rari casi non lasciano scampo». Il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti, Sandro Cinquetti racconta cosa è accaduto al piccolo Christian Luzovyy, deceduto all’ospedale di Padova qualche giorno fa per una meningite fulminante, dopo il trasferimento d’urgenza da Belluno.

«Lo pneumococco presenta 90 forme diverse, è un batterio impegnativo proprio per la sua grande variabilità biologica, e può presentare forme invasive. Attualmente il vaccino copre 13 di queste forme, ma si sta lavorando ad un vaccino che ne comprenda 20. Lo pneumococco di solito si colloca nel sistema respiratorio, ma alle volte come è capitato in questo caso è arrivato alle meningi. Da qui il quadro poi si è complicato ed è precipitato», dice ancora Cinquetti.

l piccolo Christian era arrivato il 21 novembre al Pronto soccorso di Belluno ma non era emerso alcun segno meningeo. Alla dimissione era sfebbrato e gli era stata consigliata una terapia antibiotica alle eventuale ripresa della febbre. Poi il 23 era rientrato perché la febbre non passava ed era stato ricoverato. Nella notte tra mercoledì e giovedì il suo quadro clinico era precipitato, andando in coma e da qui il trasferimento all’ospedale di Padova, dove purtroppo è deceduto. «È sicuramente una perdita importante per la comunità e una sconfitta della medicina, perché non ce l’abbiamo fatta a risolvere questo caso», commenta ancora Cinquetti che aggiunge: «Il bambino era entrato in ospedale con una forma respiratoria apparentemente legata a una forma virale . Era stato sottoposto anche a dei test che avevano evidenziato la presenza del rinovirus e del Covid a basso ciclo visto che il bambino in precedenza aveva avuto. Ma nel giro di poche ore, però, si è registrata l’evoluzione drammatica».

In attesa quindi della tipizzazione del batterio che ha ucciso il piccolo Christian, il direttore della Prevenzione, Sandro Cinquetti ci tiene a precisare che «i bellunesi e soprattutto i genitori di bimbi piccoli non devono farsi prendere dall’allarmismo. I genitori devono vivere normalmente, perché si fa quello che si deve fare e si affrontano gli eventi con determinazione ed attenzione».

Occorre arrendersi al dolore, accettare che può succedere. Christian era in regola con l’obbligo vaccinale e aveva anche ricevuto le prime due dosi di vaccino anti pneumococcico, che è raccomandato, non obbligatorio. La terza dose è prevista al 15° mese, Christian avrebbe dovuto riceverla ma da qualche settimana aveva problemi respiratori ricorrenti e quindi la somministrazione era stata rimandata, come si fa di regola. «Nessuna negligenza da parte dei genitori», ha sottolineato il dottor Cinquetti, «la dose viene regolarmente rimandata se sono presenti affezioni respiratorie, compreso il covid, perché temporaneamente controindicata». Si tratta di forme «fortunatamente molto rare, è un caso infelice e molto raro, succede, le malattie infettive esistono e ogni tanto fanno purtroppo clamore». (CorriereAlpi/AmicodePopolo)

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