Covid, mascherine, torna l'obbligo in ospedale: «Sconcertante»
Ma gli esperti sono divisi: Andreoni e Pregliasco sostengono un approccio di precauzione
Dopo quasi cinque anni dall'inizio della pandemia di Covid-19, le mascherine fanno il loro ritorno, ma questa volta solo all'interno delle strutture ospedaliere.
Il primo ospedale a reintrodurre l'obbligo delle mascherine è stato l’Ospedale Civile di Brescia, dove dal 10 ottobre è obbligatorio per utenti, visitatori, accompagnatori e caregiver indossare la mascherina FFP2 in tutti i reparti.
La decisione è stata presa a causa dell'aumento dei contagi con l'arrivo dell'autunno, ma non è stata accolta senza polemiche, dividendo la comunità scientifica e gli esperti.
I motivi dietro l'obbligo delle mascherine
L'ospedale di Brescia non è il solo ad aver adottato questa misura. In altre strutture sanitarie del Nord Italia, come l'Asst della Valcamonica e gli ospedali di Desenzano, Manerbio e Gavardo, le mascherine sono "fortemente raccomandate". L'obiettivo principale è quello di limitare la trasmissione del virus, proteggendo i pazienti, in particolare quelli fragili, e il personale sanitario, in previsione di un aumento della circolazione del virus durante i mesi invernali.
La reazione degli esperti: Bassetti si oppone
Non tutti, però, sono d'accordo con queste nuove misure. Il professor Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha espresso forti critiche in merito alla reintroduzione dell'obbligo delle mascherine negli ospedali. Definendo la decisione "sconcertante", Bassetti ha dichiarato che gli ospedali non dovrebbero essere "prigionieri" di misure anti-Covid ormai obsolete. Secondo lui, continuare a chiedere tamponi per il trasferimento dei pazienti o per accedere agli esami è una pratica che non ha più senso nella situazione attuale.
Bassetti ha inoltre invitato i cittadini a non accettare passivamente queste misure, sottolineando che, in caso di diniego di prestazioni sanitarie per mancanza di un tampone Covid negativo, sarebbe possibile denunciare la struttura. Le sue affermazioni hanno generato un dibattito acceso all'interno della comunità medica.
L'opinione favorevole di Andreoni: "Protezione per i fragili"
Di opinione opposta è il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). Secondo Andreoni, la scelta di reintrodurre le mascherine in ospedale è corretta, soprattutto perché gli ospedali ospitano molte persone vulnerabili. "In ospedale ci sono soggetti fragili – afferma Andreoni – e bisogna ridurre la circolazione di virus respiratori, incluso il Covid".
Con l'aumento dei contagi e la presenza di altri virus respiratori, come l'influenza, Andreoni ritiene giusto proteggere le persone a rischio, specialmente nei reparti di geriatria, dove i pazienti sono più esposti alle complicazioni legate alle infezioni respiratorie.
Pregliasco: "Un approccio di buon senso"
Anche Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore dell'IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio di Milano, ha espresso un parere favorevole sulle misure adottate dagli ospedali. Pregliasco sostiene che convivere con il Covid significa affrontare periodi di aumento e calo dei contagi, e che i direttori sanitari devono essere liberi di adottare misure di protezione adeguate in base alla situazione epidemiologica locale.
Secondo Pregliasco, è "di buon senso" proteggere i pazienti più fragili, soprattutto in un momento in cui i casi di Covid sono in aumento. Sebbene il virus oggi provochi sintomi meno gravi nella maggior parte della popolazione, resta ancora pericoloso per le persone anziane o con patologie preesistenti. "Questi pazienti vanno protetti", ha ribadito Pregliasco, sottolineando l'importanza di misure preventive come l'uso delle mascherine nei reparti a rischio.
L’obbligo delle mascherine negli ospedali italiani, a fronte dell’aumento dei casi di Covid, ha sollevato un dibattito tra gli esperti. Mentre alcuni, come Bassetti, lo considerano una misura obsoleta e inutile, altri, come Andreoni e Pregliasco, lo ritengono un atto necessario per proteggere i pazienti più vulnerabili. La discussione rimane aperta, ma è evidente che, con l'arrivo dell'inverno e l'aumento dei contagi, la protezione degli ospedali e dei loro pazienti sarà una priorità.