ROMA. "Mi stanno inseguendo i mostri, i draghi, aiutami". Probabilmente sotto l'effetto di stupefacenti e psicofarmaci un trentenne, un italiano con precedenti classe 1992, ha lasciato un bar di Roma. Non è rientrato in auto, dove lo aspettava la sua compagna. Ha imboccato il grande raccordo anulare che dista dal bar solo pochi metri. Ha continuato a camminare, in obliquo, contromano, senza percepire il rischio che stesse correndo. Cercava qualcuno che lo aiutasse a disfarsi dei suoi mostri sul quel tratto di Raccordo dove poi ha perso la vita, investito da un'auto che nulla ha potuto per evitarlo. Ancora un morto sulle strade anche se l'incidente ha un lato piuttosto oscuro.

Roma, la dinamica

La dinamica del sinistro è terribile: il trentenne per un soffio è evitato da una Smart che ha provato ed è ad evitarlo non avendo nessuno alla destra e alla sinistra e permettendo al guidatore di deviare il percorso di marcia. Ma l'auto che sopraggiungeva dietro e che si è trovato di fronte quell'uomo l'ha concentrato in pieno. Il trentenne è finito rovinosamente sull'asfalto ma ha avuto, probabilmente per l'adrenalina che aveva in corpo, la forza di rialzarsi e di camminare per altri pochissimi metri. Quando è arrivato il volantino della polizia, si è accasciato e neanche il seguente intervento dei sanitari del 118 ha potuto far nulla. L'uomo è morto per diverse emorragie interne. A ricostruire l'incidente e purtroppo, a dar notizia ai familiari è la strada. L'investitore sotto choc si è fermato a dare soccorso. Ascoltata dalla polizia per ore la compagna della vittima. Fonte: Il Messaggero [sv slug="seguici"]
Tortoreto in lacrime per Renato Di Remigio: addio a un giovane papà
Russia, aereo militare si schianta su condominio vicino al confine con l’Ucraina, 13 morti. Tra le vittime anche tre bambini