Tragedia a Lampedusa. Incinta di 8 mesi del suo bambino perde il piccolo a causa dei soccorsi in ritardo. La denuncia del marito

Una terribile tragedia ha colpito una donna trentenne di Lampedusa, che ha perso il bambino che portava in grembo da 8 mesi. La donna, anche consigliere comunale, si è recata ieri al Poliambulatorio dell'isola due volte.

Nella prima visita, intorno alle 9 del mattino, è stata rassicurata dai medici. Tuttavia, dopo un'ora e mezza, è tornata alla struttura sanitaria, dove è stato riscontrato che i battiti cardiaci del bambino erano deboli.

Trasportata via elisoccorso del 118, la donna ha lasciato l'isola alle 13, quando purtroppo era forse troppo tardi. È stata trasferita all'ospedale "Civico" di Palermo, dove i medici hanno confermato la morte del piccolo.

Si tratta di una tragedia, la terza del genere a verificarsi a Lampedusa dall'inizio dell'anno. Francesco, il marito della donna e padre del bambino che non è riuscito a venire alla luce, ora attende di ottenere le cartelle cliniche. Appena le avrà a disposizione, intende sporgere denuncia.

Incinta di 8 mesi perde il bambino, medici troppo in ritardo sull'emergenza

"Non devono esserci altri Giacomo, Fortunato e Alessandro che non riescono a nascere", afferma Francesco. "Se mia moglie fosse stata trasferita immediatamente dopo il primo accesso al Poliambulatorio, forse nostro figlio sarebbe ancora con noi. Per i soccorsi dell'elicottero del 118, il protocollo prevede di attendere nel caso in cui stiano arrivando migranti, verificando se ci sono feriti, malati o donne in travaglio.

Non è accettabile che non ci siano attrezzature adeguate, e questo vale sia per i residenti di Lampedusa che per i numerosi migranti che sbarcano sull'isola. Lampedusa è una realtà in cui, in proporzione al numero di abitanti, ci sono più concepimenti rispetto ad altre zone. Ma a Lampedusa non si nasce, bisogna farlo ad Agrigento o a Palermo."

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