Scuola e covid - Ormai è un punto fermo del nuovo governo: riaprire al più presto le scuole e farlo in sicurezza.
Rimarrà anche la possibilità per le Regioni di intervenire con misure più restrittive, così come già avvenuto, nei casi della Campania o della Puglia.
Regioni in cui i rispettivi Governatori hanno optato per la dad per tutti gli studenti, in via cautelativa, quando i dati del contagio nella regione sono stati considerati allarmanti.
Lo scopo è quello di uscire con prudenza da una situazione epidemiologica ancora instabile.
Molti esperti fanno notare che nonostante un primo rallentamento dei casi, il picco non è ancora stato superato.
Il governo crede alla scuola in presenza
Per abbandonare la dad, si spera in modo definitivo, si confida nel mese di maggio in cui le temperature più alte ma anche la campagna vaccinale sarà più forte.
Ciò potrebbe portare più Regioni in 'giallo' e questo potrebbe restituire le lezioni in presenza ai ragazzi.
L'auspicio è che almeno metà della popolazione scolastica torni in classe, in vista anche degli esami di terza media e di maturità che si terranno a giugno.
Esami che da ordinanza ministeriale sono previsti in presenza.
Anche Matteo Salvini è d'accordo sulla ripartenza
Scuola – Si è parlato un po’ di tutto per quel che riguarda la ripartenza: Scuola, vaccini, turismo, agricoltura, sblocco delle infrastrutture e sostegno ai sindaci.
Questi sono solo alcuni dei temi che Matteo Salvini ha affrontato con il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti.
Il tutto insieme ad assessori, consiglieri e parlamentari locali in una videoconferenza.
Il Trentino è la provincia italiana che ha garantito agli studenti il maggior numero di ore di lezione in presenza.
In particolare, da settembre al 12 marzo ci sono state lezioni regolari dalla prima elementare alla terza media, anche grazie a investimenti massicci da 45 milioni di euro.
Questo perché hanno garantito più aule e personale scolastico e ha grandi aspettative in vista della prossima stagione turistica, si sostiene.
Al centro dell’incontro anche la richiesta di maggiore autonomia in tutti i campi possibili e il negoziato col governo per poter usare sul territorio una parte dei 400 milioni che ogni anno il
Trentino manda a Roma.
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