De Luca: "Senza tampone obbligatorio sui rientri avremmo dovuto chiudere la Campania" "Se non avessimo reso obbligatorio il tampone per chi viene dall'estero avremmo avuto 3mila persone contagiate che andavano in giro per la Campania. Questo significa che tra un mese e mezzo avremmo dovuto chiudere la regione". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in visita oggi alla IIA di Flumeri (Avellino)."In questo momento - ha aggiunto De Luca - siamo l'unica Regione che ha reso obbligatorio fare il tampone e mettersi in isolamento per chi viene dall'estero e dalla Sardegna. Questo perché vogliamo cercare noi le persone contagiate, anche a costo di aumentare oggi i numeri, ma questo significa che siamo tranquilli tra un mese". De Luca ha ricordato che "dal 12 agosto, giorno in cui ho firmato l'ordinanza, ad oggi, abbiamo individuato oltre 3mila contagiati, quasi tutti asintomatici, gente che non ha febbre, persone che se non avessimo reso obbligatorio il tampone sarebbero andate in giro per la CAMPANIA. Questo significa avere coraggio e senso della prospettiva, perché se fai finta di non vedere i problemi - ha concluso De Luca - poi dopo ti fai male". (Zca/Adnkronos)

De Luca vuole rinviare l’apertura delle scuole. Ecco quando si ritornerà in classe in Campania

Riapertura della scuola: anche in Campania, come già in altre regioni italiane, si va verso la proroga al 24 settembre. Come riporta Il Mattino, dopo il webinar che si è tenuto ieri tra i direttori generali delle Asl – in cui sono stati raccolti i dati (ancora parziali) sull’adesione ai test di screening che reclutano, su base volontaria, circa 180 mila unità di personale docente e non docente attraverso i medici di famiglia o con accessi diretti presso i distretti – è in programma oggi pomeriggio la riunione decisiva ai massimi livelli presso l’Unità di crisi della Protezione civile. Partecipano il presidente della Regione Vincenzo De Luca, l’assessore al ramo Lucia Fortini, la direttrice scolastica regionale Luisa Franzese, i sindacati della scuola, i vertici dell’unità di crisi e l’Anci.

Le richieste

Alla luce di tutte le variabili in campo saranno tirate le somme finali per una decisione politica peraltro già ben delineata come orientamento, nelle settimane scorse, quando il governatore per primo in Italia aveva chiesto formalmente, con una lettera inviata al ministro della Salute Roberto Speranza e al premier Giuseppe Conte, di posticipare appunto, a dopo le elezioni, il suono della prima campanella. I dati di adesione agli screening dei docenti e del personale Ata aggiornati a ieri danno un valore totale di 8.092 test effettuati di cui 105 positivi e 7.987 negativi ma molte Asl ancora ieri li stavano aggiornando. I medici di famiglia, attraverso i coordinatori delle Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) trasmetteranno entro stamattina, ai manager di tutte le Asl, il conteggio finale. Facendo una stima in base alle informazioni parziali disponibili avrebbe comunque risposto all’appello circa il 25 per cento del personale scolastico. Dato che potrebbe salire agevolmente al 50% da qui a domenica prossima con l’intensificazione della campagna di adesione. Programma iniziato in sordina il 24 agosto (solo 241 le adesioni nel primo giorno). Per poi lievitare progressivamente fino a punte di 2.800 (il 31 in concomitanza dei rientri dalle ferie). A Napoli sembra ci sia la soluzione per i 20 mila discenti che avevano esigenza di ulteriori luoghi fisici per le lezioni. Dall’8 settembre, inoltre, dovrebbero arrivare banchi e mascherine inviati dal commissario Domenico Arcuri. Domenica test a tutti alla Mostra d’Oltremare per iniziativa della Fimmg. Fonte: Il Mattino Leggi anche De Luca, il sindaco chiede di rinviare l'apertura delle scuole dopo le elezioni Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo 
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