📍 Luogo: Usa
Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo per aumentare i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, portandoli al 50%. La misura, annunciata ufficialmente dalla Casa Bianca, ha come obiettivo principale quello di proteggere il mercato americano e rilanciare la produzione interna. Secondo Trump, “senza dazi, il nostro Paese non ha possibilità di sopravvivenza economica”.
Lettera agli alleati e trattative accelerate
Contestualmente alla firma dell’ordine esecutivo sui dazi al 50% su acciaio e alluminio, l’amministrazione statunitense ha inviato una lettera ai partner commerciali per sollecitare nuove offerte. I Paesi destinatari della comunicazione – tra cui l’Unione Europea, il Giappone, l’India e il Vietnam – dovranno presentare entro il 4 giugno proposte concrete su vari settori, dai prodotti industriali a quelli agricoli.
La scadenza cruciale per trovare un’intesa è fissata all’8 luglio, giorno in cui scade la sospensione temporanea delle tariffe. I negoziati sono in corso e, secondo fonti vicine alla Commissione europea, i colloqui sono stati definiti “molto costruttivi”.
Impatto globale e obiettivi Usa
La decisione di Trump di aumentare i dazi al 50% su acciaio e alluminio rappresenta una svolta nelle relazioni commerciali globali. Il presidente vuole ottenere impegni da parte degli altri Paesi non solo sulle tariffe, ma anche su barriere non fiscali, commercio digitale e sicurezza economica.
Intanto, il Dipartimento del Commercio ha intensificato i contatti con i principali attori economici mondiali, nel tentativo di evitare una guerra commerciale su larga scala. Al momento, l’unico accordo effettivo è stato raggiunto con il Regno Unito, ma si tratta ancora di un’intesa-quadro.
Conclusioni e prospettive future
Con l’aumento dei dazi al 50% su acciaio e alluminio, l’amministrazione Trump lancia un messaggio forte in vista delle prossime elezioni: difendere l’industria americana resta una priorità. Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, ma ora tutto dipenderà dalla capacità dei negoziatori di trovare un compromesso prima dell’8 luglio. cui auto, acciaio, elettronica e vino. L’impatto sui mercati globali potrebbe essere rilevante, con effetti a catena su produzioni e prezzi.