📍 Luogo: Trieste
Caso Liliana Resinovich, gli inquirenti analizzano i consumi elettrici del laboratorio del marito per verificare l’alibi del 14 dicembre
Continuano le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata morta pochi giorni dopo. Nella giornata del 16 luglio 2025, gli inquirenti hanno effettuato una nuova perquisizione nell’abitazione del marito Sebastiano Visintin, unico indagato nel caso. Al centro degli accertamenti: i consumi elettrici e le polveri da affilatura.
Tre ore di buco nell’alibi del marito
Le autorità stanno cercando di chiarire cosa sia accaduto tra le 9:15 e le 12:15 del 14 dicembre 2021. Visintin ha dichiarato di trovarsi nel suo laboratorio ad affilare coltelli, ma durante quelle ore il suo cellulare ha smesso di trasmettere posizione a causa dell’assenza di copertura all’interno del locale.
I consumi elettrici sotto esame
Dai primi accertamenti effettuati da AcegasAps Amga, è emerso un consumo elettrico compatibile con l’uso di macchinari per affilare lame proprio nelle tre ore in questione. Tuttavia, la Procura ha richiesto ulteriori approfondimenti per stabilire se quei consumi siano effettivamente riconducibili all’uso degli utensili da lavoro.
L’importanza delle polveri abrasive
Durante la perquisizione, gli inquirenti hanno prelevato campioni di polveri metalliche presenti nel laboratorio. In particolare, si cerca la presenza di zirconio, materiale già individuato sugli indumenti e sulle scarpe di Liliana Resinovich, insieme a ferro, nichel, silicio e altri elementi.
La richiesta respinta di Visintin
Sebastiano Visintin avrebbe richiesto di estendere i rilievi a tutte le stanze dell’abitazione, ma la richiesta è stata respinta perché non prevista dal mandato giudiziario. I suoi avvocati hanno espresso disappunto per la mancata possibilità di dimostrare che le stesse polveri potrebbero trovarsi anche in altre aree della casa.
I precedenti trasferimenti di polveri
Secondo Visintin, sia lui che la moglie avrebbero spesso trasportato residui metallici dal laboratorio al resto della casa o all’interno dell’auto, circostanza che, se confermata, potrebbe spiegare il ritrovamento di tali materiali sul corpo della donna.
Le indagini proseguono
Le verifiche sono ancora in corso. La Procura vuole stabilire se l’alibi fornito da Visintin regge alle prove scientifiche e se ci siano incongruenze tra quanto dichiarato e quanto emerso dai rilievi.
Attesa per nuovi accertamenti
Ulteriori esami sui consumi specifici dei macchinari e sulle tracce raccolte saranno fondamentali per comprendere cosa accadde nelle ore immediatamente successive alla scomparsa di Liliana Resinovich.