Dipendente Poste ruba 12mila euro a clochard: approfitta della disabilità visiva della vittima, condannato a 3 anni
Un clochard cieco si è visto svuotare il proprio conto postale da un dipendente infedele delle Poste Italiane. L’uomo, Andrea Severoni, ha sottratto oltre 12mila euro in pochi mesi. Per lui è scattata la condanna a 3 anni di carcere e il licenziamento immediato.
Rubati 12mila euro a un senzatetto non vedente
Andrea Severoni, all’epoca dei fatti impiegato presso lo sportello di un ufficio postale di Roma, è stato ritenuto colpevole di peculato, accesso abusivo a sistemi informatici e sostituzione di persona. In pochi mesi, ha sottratto 12.400 euro da un libretto postale intestato a un uomo senza fissa dimora, cieco e in evidente stato di fragilità.
La scoperta della truffa
La vittima si è accorta della truffa quando ha tentato di prelevare poche centinaia di euro senza riuscirci. I soldi erano spariti. L’uomo aveva lasciato il proprio libretto nell’ufficio postale proprio a causa della sua disabilità visiva. I prelievi, secondo le indagini, sono avvenuti tra giugno e settembre 2022.
La dinamica dei furti
Il dipendente ha effettuato i prelievi in sei tranche, falsificando la firma della vittima e inducendo in errore il direttore di filiale. Le operazioni venivano effettuate esclusivamente allo sportello da lui gestito, dove spesso accompagnava fisicamente il clochard per guadagnarsi la sua fiducia.
La denuncia e il processo
Il clochard ha sporto denuncia il 18 ottobre 2022, denunciando l’illecito accesso al proprio conto e la falsificazione della firma. Le indagini hanno confermato che le operazioni sospette erano tutte attribuibili a Severoni, che conosceva bene la vittima e le sue condizioni.
La sentenza: 3 anni di reclusione
Il tribunale ha riconosciuto la piena responsabilità dell’ex dipendente, sottolineando come l’uomo avesse approfittato della condizione di debolezza e della fiducia del clochard. Per lui è arrivata una condanna a 3 anni di reclusione in primo grado.
Poste Italiane: “Siamo parte lesa”
Poste Italiane ha fatto sapere di essersi costituita parte lesa nel processo e di aver collaborato attivamente con la Procura, fornendo supporto alle indagini e segnalando le operazioni sospette. Severoni è stato ufficialmente licenziato il 17 gennaio 2023.
Ricorso in appello
Assistito dall’avvocato Simone Bellarelli, l’uomo ha presentato ricorso in appello. Secondo la sua versione, i prelievi erano stati autorizzati da un uomo non identificato che accompagnava la vittima, tesi però smentita dai fatti e dalle testimonianze.