Maria Mamone

Maria Mamone, 37 anni, muore nel Vibonese: ignorati i dolori al petto, le consigliavano lo psicologo

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Written by Irene Vitturri

5 Giugno 2025

📍 Luogo: Tropea

Maria Mamone aveva solo 37 anni. Viveva a Pannaconi di Cessaniti, nel Vibonese, e negli ultimi mesi si era recata più volte in ospedale a causa di dolori persistenti al petto. Nonostante le numerose richieste d’aiuto, sia al Pronto soccorso di Tropea che a quello di Vibo Valentia, la giovane donna si è sentita dire più volte che il suo problema era un forte stato d’ansia. In un’occasione, secondo quanto denunciato dai familiari, le sarebbe stato consigliato addirittura di rivolgersi a uno psicologo.

Le visite in ospedale e i sintomi sottovalutati

Maria aveva iniziato a sentirsi male già a marzo. In quell’occasione si era recata all’ospedale di Tropea, dove le erano stati eseguiti alcuni controlli, tra cui un elettrocardiogramma. Nulla di rilevante, secondo i medici: solo ansia. La stessa situazione si è ripetuta ad aprile, all’ospedale di Vibo, con la medesima diagnosi.

Il 27 maggio, durante un nuovo episodio di dolore toracico, è stato chiamato il 118. I sanitari intervenuti presso la sua abitazione non hanno ritenuto opportuno il trasporto in ospedale e hanno attribuito anche in quel caso i sintomi a un disturbo d’ansia, suggerendo un supporto psicologico. «Io mi sono arrabbiato – racconta il compagno, Angelo D’Angiolillo – perché stava male fisicamente, non era solo stress».

Il malore fatale e la morte in casa

Maria Mamone sarebbe dovuta iniziare un nuovo lavoro presso un villaggio turistico, ma quel nuovo inizio non è mai arrivato. Il 3 giugno, la giovane ha avuto un nuovo malore nella propria abitazione. È stata allertata ancora una volta l’ambulanza, ma i soccorritori, giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. I tentativi di rianimazione sono stati vani.

La denuncia dei familiari e l’inchiesta della Procura

I familiari non si rassegnano alla perdita di Maria e hanno presentato formale denuncia ai Carabinieri, parlando di negligenza e sottovalutazione dei sintomi. La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro della salma e ha ordinato l’autopsia per accertare le reali cause della morte. L’intento è chiarire se ci siano state responsabilità mediche nella gestione del caso.

Sanità sotto accusa: un altro caso che solleva interrogativi

Il caso di Maria Mamone riapre l’annosa questione delle diagnosi superficiali nei Pronto soccorso e della sottovalutazione dei sintomi nelle donne, troppo spesso liquidati come “ansia” o “stress”. In attesa dei risultati dell’autopsia, resta il dolore di una famiglia che chiede solo giustizia per una giovane vita spezzata, forse troppo presto e forse senza che nessuno le abbia creduto davvero.

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