Pagelle 2025, record di ricorsi: il neuropsichiatra Narciso Mostarda denuncia il fallimento educativo dei genitori e l’aumento dell’immaturità tra gli adulti
Pagelle 2025, è boom di ricorsi da parte delle famiglie italiane. Ma il vero problema, secondo il neuropsichiatra infantile Narciso Mostarda, non sono gli adolescenti, bensì gli adulti che non sanno più educare. “Abbiamo generazioni di genitori rimaste immature – denuncia – e i ragazzi oggi sono sempre più soli”.
Mostarda: “Fallito il patto educativo tra scuola e famiglia”
Narciso Mostarda, direttore generale del 118 ed ex direttore del San Camillo di Roma, spiega che il problema ha radici profonde: “Una volta il docente era alleato della famiglia, oggi il suo ruolo è in discussione. E il patto educativo tra le generazioni è ormai saltato”.
Il fenomeno dell’adultescenza
Mostarda parla di “adultescenti”, adulti che sono rimasti adolescenti, incapaci di affrontare responsabilmente i rapporti familiari e le difficoltà scolastiche dei figli. “Il risultato – spiega – è che molti genitori fanno i sindacalisti dei propri figli, difendendoli anche di fronte a giudizi negativi invece di insegnare loro a superare le difficoltà”.
“Un’insufficienza non è un fallimento, ma un’opportunità di crescita”
Per il neuropsichiatra, la crescita passa anche dai momenti difficili: “Davanti a un brutto voto, i genitori dovrebbero sostenere i propri figli, non attaccare gli insegnanti. Altrimenti si rischia di generare insicurezza cronica”.
Generazione S: solitudine, smartphone e social
“Altro che generazione Z – afferma Mostarda – parliamo di generazione S, come smartphone, social e solitudine. I ragazzi sono sempre più soli e privi di punti di riferimento stabili. Se li giustifichiamo sempre, cresceranno insicuri come lo sono già i loro genitori”.
Il ruolo della scuola e il bisogno di ripartire
La scuola, per Mostarda, deve tornare a essere un luogo di dialogo: “Serve ricostruire un rapporto di fiducia tra docenti, famiglie e studenti. Solo così si potrà ripristinare l’autorevolezza dell’istituzione scolastica e promuovere una crescita reale nei ragazzi”.
“Rabbia anche verso gli operatori sanitari”
Mostarda sottolinea un parallelismo preoccupante: “Lo stesso avviene negli ospedali, dove la rabbia si riversa contro medici e infermieri. Si tratta della stessa dinamica: sfiducia verso chi dovrebbe aiutare. Serve una rivoluzione culturale”.
Educare alla resilienza, non al vittimismo
Il messaggio finale è chiaro: bisogna tornare a educare i giovani alla resilienza, al rispetto delle regole e al riconoscimento delle responsabilità. Solo così si può interrompere il circolo vizioso che trasforma gli adolescenti in adultescenti cronici.