Tommy è stato dichiarato morto ieri sera, venerdì 31 luglio, nell'ultimo atto di un percorso medico e umano straziante.
Subito dopo l'incidente, la notte tra mercoledì e giovedì, aveva subito una delicata operazione di neurochirurgia per tentare di tamponare il pesante trauma cranico patito a causa del cancello di metallo che gli era crollato addosso.
Il piccolo, che fin dal suo arrivo all'ospedale è rimasto ricoverato in rianimazione, è stato mantenuto sedato.
Per tutta la giornata di giovedì
Il personale medico lo ha attentamente monitorato, mentre i genitori non hanno mai lasciato il suo capezzale.
Superata la seconda, drammatica notte, il quadro clinico del bambino non ha fatto rilevare miglioramenti e, a fronte di una condizione clinica definita estremamente critica, ieri mattina sono stati disposti ulteriori accertamenti di natura neuroradiologica.
Nella tarda mattinata
Il più nero degli spettri si è materializzato e ai medici non è rimasto che dare il via all'iter per accertare la morte cerebrale, ossia la sospensione di tutte le funzioni del cervello oltre che respiratorie e cardiache.
Il procedimento
E' complesso e prevede che una specifica commissione esamini il paziente per due volte a distanza di sei ore. Dall'avvio del iter in tarda mattina si è dunque giunti al verdetto definitivo soltanto ieri sera.
I GENITORI
«Tommy non c'è più. Dio mio». Il grido di un padre distrutto. Poi il grande atto d'amore. Papà Gianni e mamma
Valentina scelgono di donare gli organi del loro bimbo: «Dentro di noi sapevamo che il suo destino era segnato.
Ma un conto è sapere, un conto è rassegnarsi. Ed è umano sperare l'insperabile. Anche se i medici ci avevano già spiegato tutto». Stanchissimi, provati, Gianni e Valentina chiedono solo silenzio.
Hanno cercato di chiamare a raccolta tutte le forze per vivere questa straziante attesa. Ora si chiedono come potranno andare avanti.
Ma la forza dovranno trovarla per il loro secondogenito Riccardo, l'unico a cui riescono a regalare ancora la parvenza di un sorriso.
«Era abituato a chiudere le porte, ha forse toccato il cancello nel tentativo di chiuderlo. Una delle due ante è uscita dalla guida, non era fermata, non capiamo come sia stato possibile spiega il padre.
Era pesante e gli è crollato addosso.
Quando siamo usciti era lì, immobilizzato dalla cancellata». Tommy era nato nel maggio del 2016 da papà Gianni Tiveron e mamma Valentina Pietrobon.
Lui è il titolare del noto salone di acconciatura Cut di via Aldo Moro, che fu di nonna Daniela Bettiol. La madre lavora invece nell'azienda di famiglia, la TrevisoStampa di Villorba. Hanno sempre vissuto a Dosson, accogliendo due anni fa il piccolo Riccardo.
Poi il progetto della nuova casa in via IV Novembre, dove i lavori erano ripresi dopo il lockdown e divenuta palcoscenico della tragedia.(Leggo)
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