Il presidente americano Donald Trump e la First Lady Melania sono entrambi postivi al coronavirus, sulla base del test eseguito. Lo twitta lo stesso Trump: "La First Lady ed io siamo risultati positivi al Covid-19. Iniziamo subito la quarantena e il processo di guarigione. INSIEME ce la faremo!". (ANSA)
Trump – Biden, il dibattito è infuocato: insulti e interruzioni a ripetizione su Covid, Corte Suprema ed economia
CLEVELAND, OHIO – Se le sono date di santa ragione. Il presidente Donald Trump, 74 anni, e il candidato democratico Joe Biden, 77 anni, si sono scontrati con estrema durezza sul palco della Case Western Reserve University di Cleveland, nel corso del primo dibattito presidenziale del 2020, organizzato nell’Ohio, vera “pancia” dell’America.
Lo “swing state”, stato indeciso, che fin dal 1896 ha sempre votato per il vincitore (salvo due clamorosi casi, Franklin D. Roosevelt nel 1944 e John F. Kennedy nel 1960), e per entrambe gli sfidanti è essenziale da conquistare.
Corte Suprema, gestione dell’emergenza Covid-19, economia, rivolte razziali, integrità delle elezioni, le rispettive carriere politiche: per novanta fittissimi minuti i due litigano intorno ai sei grandi temi scelti dal conduttore di Fox News Chris Wallace. Giornalista della rete conservatrice “amica” del presidente, inviso a Trump per le sue interviste dure, le domande non compiacenti e l’attitudine a smentire immediatamente le inesattezze. E infatti pure loro si scontrano più volte: quando Wallace cerca di rimettere in riga il leader repubblicano. Ma naturalmente gli schiaffoni volano soprattutto fra i due contendenti. Con Biden, fresco di barbiere, canzonatorio e all’attacco. E Trump più abbronzato del solito, ammusonito e sulla difensiva, che affonda con efficacia solo a metà discussione.
E pensare che fino all’ultimo The President aveva cercato di sminuire le capacità dell’avversario, chiedendo perfino una regola last minute per assicurarsi che “Old Joe” come sprezzantemente lo chiama, non celasse un trasmettitore nelle orecchie, dando credito a una voce circolata sui social e subito bollata come “assurda” dallo staff democratico. Biden ha comunque fatto sapere di non avere problemi a farsi ispezionare. “Ho i miei auricolari e le mie sostanze dopanti pronti”, ha anzi scherzato, condividendo via Twitter una sua foto con cuffiette e gelato.
“Perché entrambi pensate di aver diritto di nominare il successore di Ruth Bader Ginsburg alla Corte Suprema?”. La prima domanda di Wallace entra subito nel vivo della discussione che al momento più divide il paese: la nomina della giudice Amy Coney Barrett – da molti considerata una fondamentalista cattolica – al posto della pioniera femminista morta due settimane fa. “Ho vinto le elezioni e ho diritto di scegliere, non governo tre anni ma quattro” taglia corto Mister President, tesissimo. Il dem contrattacca pacato: “Non mi oppongo alla persona, ma spetta al popolo americano e dunque a chi vince le elezioni nominarla”. Trump lo interrompe più volte ma l’effetto è solo di gran confusione.
Biden, appunto descritto dal presidente come confuso e poco reattivo, parlando di Covid snocciola numeri e dati con gran precisione. Trump continua a interromperlo: “Sei ostaggio della sinistra radicale”. E poi: “Quello che dici non è quel che sostiene il tuo partito” gli dice. “Il partito sono io” risponde l’avversario, contrattaccando: “Non hai un piano. Non sai di cosa parli. Sei quello che davanti ai numeri del Covid ha detto ‘le cose sono come sono'”.
In breve si passa agli insulti personali: “Sei un clown, un bugiardo. La persona sbagliata al momento sbagliato” affonda il democratico. “Ho fatto più io in 47 mesi che tu in 47 anni, in te non c’è nulla di intelligente” ribatte il repubblicano, continuando ad interrompere l’ex vicepresidente, fin quando questo lo apostrofa: “Perché non stai un po’ zitto?”.
L’inquilino della Casa Bianca non gradisce: “Tu hai buona stampa, io no. Ma tu al mio posto non avresti chiuso alla Cina. Quando l’ho fatto mi hai chiamato xenofobo. Con te avremmo ora 2 milioni di morti”.
Si parla di vaccino, di distanza sociale di mascherine: “Ho seguito i consigli di Fauci, all’inizio ha detto che non servivano poi ha cambiato idea” abbozza The Donald, tirando in causa il noto virologo, ben sapendo che la gestione del virus è il suo punto più debole.
Trump ritrova verve parlando di economia: “Avevamo la migliore del mondo, poi è arrivato il virus cinese”. E parla ai suoi fan quando dice: “Tu richiuderesti tutto. Ma non è quel che vuole la gente”. “La gente vuole sicurezza”, ribatte Biden.
Il momento peggiore per il Presidente è quando Wallace gli chiede: “È vero che hai pagato solo 750 dollari di tasse quando eri già alla Casa Bianca?”. Lui divaga: “Ne ho pagati milioni…”. Il dem ri-attacca: “Facci vedere le dichiarazioni dei redditi”. Ma Trump si riprende: “Sono un imprenditore, ho commercialisti bravi che sanno come usare la legge”. Argomento che però offre all’avversario la possibilità di ricordare agli americani che ha pagato “meno di un maestro di scuola”.
Parlando di tasse, però, Biden perde un po’ il filo. Dura pochissimo, ma è una defaillance evidente. Incassa però senza perdere la calma gli attacchi al figlio Hunter: “Ha avuto dal sindaco di Mosca 3,5 milioni di dollari”. “È falso”.
Lo scontro si fa davvero duro quando si parla della morte di George Floyd e delle conseguenti rivolte razziali. Biden accusa il presidente di non aver fatto nulla per gli afroamericani, e ricorda la carica della polizia contro dimostranti pacifici a Washington per una photo-opportunity. Trump contrattacca spolverando il suo cavallo di battaglia: “La sinistra ha permesso incontrollabili disordini a Portland, Seattle, Minneapolis. E tu non sei a favore di law and order, legge e ordine”. “Sono a favore della giustizia” è la risposta acuta del dem.
Insidiosa, arriva però un’altra domanda di Wallace: “Presidente, lei è pronto a condannare i suprematisti bianchi?”. Lui non lo fa, esita, le rivolte sono colpa degli Antifa, dice. “Antifa è un’idea, non un’organizzazione”, risponde il democratico. Un autogol. Come d’altronde affermare di non sostenere il Green New Deal caro alla sinistra di Alexandria Ocasio Cortez, salvo riprendersi in corner: “Sostengo il piano Biden”.
Quando ormai si passa a un tema serissimo come il voto postale sono tutti esausti. L’ex vicepresidente invita a votare ormai spompato. L’altro ripete meccanicamente “è una vergona, una frode”. “Finirà male” dice Trump. “Hai solo paura” conclude Biden. Il dibattito, c’è da giurarci, non ha spostato un voto. L’America più divisa che mai si è solo specchiata su piccolo schermo.
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