Recovery plan, il premier
Mario Draghi vuole aiutare gli italiani e chiama gli esperti della
McKinsey. Ma è pioggia di polemiche. La società americana è stata coinvolta in numerose vicende che hanno minato la credibilità.
Draghi punta a vincere e chiama i super esperti
Il governo Draghi ha scelto di affidare alla statunitense McKinsey la messa a punto del
Recovery plan per l'utilizzo dei
fondi europei. Questa scelta sta creando non poche polemiche, in quanto la società è stata coinvolta in numerose vicende che ne hanno minato la credibilità.
La lista di chi ha polemizzato contro la formula della task force, uno sui punti su cui più se battuto per attaccare il governo Conte, è lunghissima.
“Un modo per aumentare poltrone e consulenze”, secondo Teresa Bellanova. “Inutile spreco”, “No all’ennesima inutile task force” sono alcune delle dichiarazioni di alcuni esponenti del Partito democratico.
Antonio Misiani, senatore Pd, in mattinata ha invitato Draghi a non disattendere l’impegno: “La governance del Pnrr è incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei Ministeri competenti aveva detto Draghi al Senato. Se lo schema è cambiato, va comunicato e motivato al Parlamento”, ha scritto su twitter.
Draghi, McKinsey al centro del ciclone
A lungo McKinsey è stata considerata la più prestigiosa società al mondo nel suo campo, che è poi quello di suggerire ad aziende e governi come aumentare i profitti e ridurre le spese.
Ma negli ultimi tempi nubi sempre più cupe si stanno addensando sulla società statunitense. Dal coinvolgimento nella crisi dei farmaci oppioidi negli Usa, agli stretti legami con regime autoritari come quello dell’Arabia Saudita di Mohammed Bin Salaman; il principe ereditario implicato nell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.
La reputazione di MkKinsey è così compromessa da aver spinto due dei più importanti quotidiani del mondo, il New York Times e il Financial Times a pubblicare editoriali in cui si invita la società ad agire per arginare la progressiva erosione di credibilità.
Draghi, McKinsey, questione oppioidi
Il mese scorso la società ha patteggiato una multa da quasi 600 milioni di dollari con 47 stati americani per il ruolo avuto nella crisi dei farmaci oppioidi.
“Il profitto davanti alla vita delle persone”, ha detto Phil Weiser, procuratore generale del Colorado.
McKinsey è stata infatti per 15 anni consulente della casa farmaceutica Purdue che commercializzava il farmaco OxyContin.
Si stima che la dipendenza da questo medicinale abbia causato sinora la morte di 232mila persone. McKinsey ha suggerito tra l’altro di aumentare il dosaggio delle singole pillole per incrementare i guadagni e ha fornito indicazioni di marketing su come neutralizzare gli appelli contro la commercializzazione del medicinale delle madri di ragazzi morti per overdose di OxyContin.
McKinsey, questione migranti
Tra i tanti carichi assunti dalla società c’è stato anche quello di consulente dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), ente statunitense che si occupa della gestione dei flussi migratori.
Incarico per cui la società ha incassato 20 milioni di dollari. Nelle sue raccomandazioni per gestire al meglio le strutture di accoglienza McKinsey ha proposto tra l’altro di risparmiare sul cibo per i migranti e di inviarli in zone rurali del paese per minimizzare la spesa.
Un trattamento che ha messo a disagi molti funzionari della struttura. Il contratto si è interrotto nel 2018 dopo che il New York Times ha pubblicato un’inchiesta sulle disastrose condizioni dei centri di accoglienza.
L’associazione no profit di giornalismo investigativo ProPublica ha creato una pagina web in cui sono raccolti tutti i disastri riconducibili al ruolo avuto da McKynsey.
Molto si capisce già da titoli come “New York ha pagato milioni a McKinsey per un piano per ridurre la criminalità che invece è aumentata”.
Il sito ricorda anche come nell’ultimo anno la società abbia fatto incetta di contratti per aiutare i governi a rispondere alla pandemia e tracciare i contagi; con risultati molto discutibili. (
Il Fatto Quotidiano).
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