Novità sul caso John Ghanem, il bimbo che lo scorso luglio del 2016 al Bankstown-Lidcombe Hospital di Sydney, in Australia è morto.
La Corte di Lidcombe ha stabilito che i tubi dell’ossigeno e del protossido di azoto nelle sale operatorie erano etichettati erroneamente anni prima della tragedia.
I fatti
I medici hanno erroneamente somministrato al neonato del gas esilarante invece dell'ossigeno. Al piccolo John Ghanem è stato pompato del protossido di azoto mentre i medici cercavano di farlo respirare al Bankstown-Lidcombe Hospital di Sydney, in Australia, nel luglio 2016.
Un'inchiesta alla Corte di Lidcombe ha stabilito che i tubi dell'ossigeno e del protossido di azoto in una delle sale operatorie erano etichettati erroneamente anni prima della tragedia. Successivamente sono stati collegati all'unità neonatale senza essere adeguatamente controllati, un disguido che è passato inosservato per oltre un anno.
La madre di John, Sonya, aveva subito un cesareo d'urgenza su raccomandazione del suo ostetrico il 13 luglio 2016. Il neonato è stato messo in un'area di rianimazione dopo che i medici hanno notato che una parte allentata del suo cordone ombelicale era rimasta avvolta intorno al suo collo e che non respirava correttamente, riporta news.com.au.
L'errore fatale e la morte del bimbo
A quel punto i medici hanno provato a pompare aria nei suoi polmoni, ma non ha risposto. Quindi l'hanno collegato al tubo che credevano fosse ossigeno "al 100%". Ma il cuore di John ha smesso di battere dopo che il piccolo ha iniziato a respirare il protossido di azoto, il gas esilarante.
L'ingegnere Stuart Clifton, incaricato di indagare, ha dichiarato all'inchiesta che lo scambio di gas poteva essere scoperto immediatamente in caso di esecuzione dei test richiesti.
Un test di identificazione del gas richiede meno di due minuti per essere completato. L'inchiesta continua. Fonte: Fanpage
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