📍 Luogo: Napoli
Un momento di memoria e commozione si è svolto a Napoli, in via Comunale Ottaviano, nel quartiere Barra, dove è stato ricordato Emanuele Durante, il giovane di 29 anni ucciso in un agguato lo scorso 7 maggio 2023. A distanza di un anno dalla sua tragica morte, amici, familiari, cittadini e associazioni si sono riuniti per onorare la sua memoria e ribadire un messaggio chiaro: non dimenticare e chiedere giustizia.
Un ricordo indelebile: murale e panchina rossa per Emanuele
Nel luogo dove Emanuele ha perso la vita, inaugurato un murale in suo onore, accompagnato da una panchina rossa – simbolo universale di lotta alla violenza – decorata con il suo volto e parole d’amore. L’iniziativa promossa dalla famiglia, con il sostegno di diverse realtà associative del territorio, in primis l’associazione Libera, sempre attiva nella difesa delle vittime innocenti di criminalità.
Sul murale campeggia la scritta: “Non dimenticare Emanuele”. Un invito alla città a non voltarsi dall’altra parte, a tenere viva la memoria di un ragazzo che non aveva nulla a che fare con la criminalità. Ma colpito da una violenza che continua a lacerare i quartieri popolari di Napoli.
Una ferita ancora aperta: la richiesta di giustizia
Il delitto di Emanuele Durante resta una ferita aperta. A un anno dall’omicidio, le indagini sono ancora in corso, e la famiglia attende risposte dalla magistratura. Durante è stato ucciso per errore, scambiato per un’altra persona in un contesto legato alla criminalità organizzata. La sua morte ha sconvolto l’intero quartiere di Barra, che continua a mobilitarsi per tenerne vivo il ricordo.
La mamma e i familiari di Emanuele, con enorme dignità e forza, hanno partecipato alla cerimonia in suo onore, circondati dall’affetto di amici, vicini e attivisti. “Nostro figlio era un ragazzo perbene. Non può essere dimenticato”, ha detto la madre, tra le lacrime.
Il quartiere dice no alla violenza
La cerimonia è stata anche un’occasione per lanciare un messaggio più ampio: Napoli non è solo sangue e silenzi, ma anche comunità che resistono, si uniscono, reagiscono. In via Comunale Ottaviano si è respirato un clima di unione, dolore e orgoglio. Il nome di Emanuele è ora scritto su un muro, ma anche nel cuore di chi non si rassegna all’ingiustizia.