📍 Luogo: Pescara
La morte di Riccardo Zappone, il 30enne deceduto all’interno della questura di Pescara, ha scosso l’opinione pubblica. E ha spinto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a intervenire pubblicamente. Il giovane era stato arrestato dopo aver opposto resistenza durante una lite in strada, venendo immobilizzato con l’uso di un taser da parte degli agenti di polizia. Poco dopo, ha accusato un malore fatale.
Piantedosi: “Tragedia che ci addolora profondamente”
Sul decesso di Riccardo Zappone è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha espresso “profondo cordoglio” nei confronti della famiglia del giovane: “È una tragedia che ci addolora. Ora andranno sviluppati accertamenti. È interesse anche nostro capire se il decesso ha avuto una correlazione con l’utilizzo del taser”.
Riccardo Zappone e l’utilizzo del taser durante l’arresto
Secondo quanto emerso, Riccardo Zappone avrebbe mostrato forte resistenza all’arresto durante un intervento della polizia, circostanza che avrebbe spinto gli agenti a utilizzare il taser per immobilizzarlo. Poco dopo, all’interno della questura, il giovane ha accusato un malore che si è rivelato fatale. L’intera dinamica è ora al vaglio della magistratura.
Il ministro Piantedosi ha sottolineato che il taser viene utilizzato come alternativa meno letale rispetto all’arma da fuoco. “Ricordo che il taser è l’alternativa all’utilizzo di strumenti più offensivi, come l’arma da fuoco. Faremo valutazioni e ne trarremo le dovute conseguenze”.
Indagini e accertamenti in corso sulla morte di Riccardo Zappone
Attualmente, l’autopsia sarà fondamentale per chiarire con precisione le cause della morte di Riccardo Zappone e stabilire se esista o meno una diretta correlazione tra il malore e l’uso della pistola elettrica. Le indagini sono affidate alla Procura di Pescara che ha già avviato gli approfondimenti, anche attraverso l’analisi dei filmati di videosorveglianza e le testimonianze degli agenti presenti.
Il dibattito sull’uso del taser dopo la morte di Riccardo Zappone
Il caso Zappone riapre il dibattito sull’impiego del taser da parte delle forze dell’ordine. Piantedosi, pur ribadendo la fiducia nell’operato delle forze dell’ordine, ha mostrato apertura a eventuali revisioni operative: “Faremo tutte le valutazioni del caso, come è giusto che sia. Ma è bene ricordare che questi strumenti sono introdotti proprio per evitare danni peggiori”.
Nel frattempo, la comunità locale e l’opinione pubblica continuano a chiedere chiarezza e giustizia, nel rispetto dei diritti della persona e delle garanzie legali.