📍 Luogo: Roma
Il 7 giugno scorso, nel cuore di Villa Pamphili, uno dei parchi più grandi e frequentati di Roma, sono stati rinvenuti i corpi senza vita di una donna e di sua figlia. Una scena agghiacciante che ha lasciato sgomenti visitatori e autorità. A distanza di cinque giorni, le forze dell’ordine avrebbero identificato la donna, anche se la Questura di Roma non ha ancora confermato ufficialmente.
Il ruolo decisivo della testimone del servizio giardini
Determinante per l’identificazione della donna e della bambina è stata la testimonianza di un’operatrice del servizio giardini del parco. La donna ha raccontato di aver notato, nei giorni precedenti al ritrovamento, una famiglia accampata in una tenda tipo igloo, nascosta tra gli oleandri lungo via Leone XIII. Accanto alla giovane madre e alla bimba, c’era anche un uomo dalla carnagione olivastra, mai rintracciato dopo il tragico evento.
L’identikit: chi era la donna trovata morta a Villa Pamphili
Secondo quanto riferito da fonti investigative, la donna aveva circa 30 anni ed era originaria dell’Est Europa. Alta 164 cm per 58 kg, è stata trovata nuda, coperta da un telo di plastica, in posizione seduta, con le spalle appoggiate agli arbusti. Gli esami effettuati dal medico legale non hanno rilevato segni evidenti di violenza, né tracce di droghe o farmaci nel suo corpo. Questo porta a ipotizzare una morte naturale, anche se in circostanze ancora tutte da chiarire.
Villa Pamphili – La bambina uccisa: picchiata e soffocata
Diversa, invece, la tragica sorte della figlia, trovata a circa 200 metri di distanza dal corpo della madre. La bambina presentava segni evidenti di percosse e strangolamento, compatibili con un’aggressione violenta avvenuta due giorni prima del ritrovamento. Gli inquirenti parlano apertamente di omicidio, mentre restano da chiarire le responsabilità e i possibili collegamenti con l’uomo visto accanto a madre e figlia nei giorni precedenti.
Le indagini proseguono: si cerca l’uomo visto con le vittime
Gli investigatori stanno analizzando tutte le immagini delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze nella zona. L’uomo dalla pelle olivastra descritto dalla giardiniera è attualmente ricercato. Potrebbe essere un testimone chiave o, nel peggiore dei casi, il responsabile della morte della bambina. Le autorità mantengono il massimo riserbo, ma l’obiettivo è fare luce su una vicenda che ha sconvolto la Capitale.
Un dramma della povertà e dell’emarginazione
Dietro questa tragedia si intravede anche un dramma sociale. La famiglia viveva in una tenda fornita da un’associazione caritatevole, segno evidente di una condizione di forte precarietà. Una vicenda che solleva interrogativi sul sostegno alle famiglie fragili e sull’accesso ai servizi di assistenza per chi vive ai margini.