Nel misterioso e intricato caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, si riaccendono i riflettori su un nuovo possibile indagato, battezzato “Ignoto 3”. Una traccia di DNA maschile rilevata su una garza utilizzata per il prelievo biologico all’interno della bocca della giovane vittima ha aperto la strada a nuovi accertamenti. La Procura di Pavia ha avviato un’indagine di confronto genetico che coinvolgerà circa 30 persone, tra cui ex compagni di scuola di Andrea Sempio, il giovane amico del fratello di Chiara, sospettato di omicidio in concorso.
Il DNA sulla garza: contaminazione o traccia del colpevole?
Il frammento di DNA, secondo alcuni consulenti tecnici, presenta 22 marcatori genetici ed è considerato da alcuni un profilo netto, mentre per altri si tratterebbe di una sottotraccia contaminata. La genetista Denise Albani, incaricata dal gip Daniela Garlaschelli nell’ambito dell’incidente probatorio, ha ribadito che saranno effettuate ulteriori analisi per stabilire la reale origine di quel cromosoma Y.
Il dubbio principale resta uno: quel materiale genetico appartiene a uno degli autori dell’omicidio o è solo il frutto di una contaminazione accidentale, avvenuta durante l’autopsia o il trasporto della salma?
Prelievi mirati e caccia al proprietario del DNA
Il prossimo passo prevede una serie di comparazioni genetiche. Sono già stati acquisiti i registri scolastici per individuare ex compagni di Sempio, che verranno convocati per fornire il loro profilo genetico. Saranno ascoltati anche professori e altro personale scolastico che potrebbe aver avuto rapporti indiretti con la vittima o con Sempio. Inoltre, i pm intendono analizzare il DNA di carabinieri, soccorritori, dipendenti delle pompe funebri e di chiunque sia entrato in contatto con il corpo o con il materiale utilizzato per l’autopsia.
Il nome dell’assistente Ernesto Gabriele Ferrari, già noto per la sua firma genetica sul campione, è tornato alla ribalta. Il DNA individuato, infatti, sarebbe un mix tra quello di Ferrari e di un altro soggetto sconosciuto.
L’intervento di Luciano Garofano
Luciano Garofano, ex comandante dei RIS e oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, ha dichiarato che il profilo genetico potrebbe derivare da una contaminazione antecedente al prelievo, escludendo quindi la presenza di un secondo assassino. “La spiegazione più logica è quella di una contaminazione involontaria. Inseguire ‘Ignoto 3’ potrebbe rivelarsi una caccia a un fantasma,” ha affermato Garofano.
Gli interrogativi sulla metodologia usata
Restano dubbi anche sulla modalità del prelievo effettuato nel 2007: fu utilizzata una garza al posto di un tampone sterile. La genetista Albani ha chiesto chiarimenti in merito al medico legale Marco Ballardini e al suo assistente Ferrari: chi maneggiò la garza? Che strumenti furono usati? La sala autoptica di Vigevano era in condizioni sterili? Le risposte a queste domande potrebbero essere decisive.
Intanto, è prevista un’ultima prova sul campione residuo, considerato il più ricco di concentrazione maschile, per tentare di ottenere una conferma definitiva.
Una verità ancora lontana?
A distanza di oltre 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la giustizia italiana è ancora in cerca della verità. L’ipotesi della contaminazione resta in piedi, ma la presenza di “Ignoto 3” solleva nuovi scenari, tanto sul piano investigativo quanto su quello processuale. La possibilità che più di una persona sia stata coinvolta nel delitto torna prepotentemente alla ribalta, lasciando ancora aperta una delle vicende giudiziarie più controverse del nostro Paese.