Caso Garlasco

Garlasco, la Procura contro opinionisti e consulenti: «Solo confusione e ipotesi infondate». Le novità sul caso Chiara Poggi

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Written by Irene Vitturri

19 Luglio 2025

📍 Luogo: Garlasco

La Procura di Pavia ha deciso di intervenire pubblicamente per frenare il crescente flusso di dichiarazioni, interpretazioni e ipotesi che ruotano attorno al caso Garlasco e all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Con una nota firmata dal procuratore Fabio Napoleone, la magistratura ha chiarito che qualsiasi ipotesi non provenga da comunicazioni ufficiali va considerata infondata, criticando duramente consulenti, esperti e opinionisti che «generano solo confusione e discussioni fittizie».

Garlasco – La nota della Procura: «Basta ipotesi non ufficiali»

Il documento è netto: «I magistrati titolari delle indagini si esprimeranno solo al termine delle attività. Qualsiasi altra interpretazione, attribuita impropriamente alla Procura di Pavia, genera solo confusione. Opinioni di soggetti estranei, in assenza di comunicazioni ufficiali, non hanno alcun valore». Il riferimento è alle numerose speculazioni emerse nelle ultime settimane riguardo l’esito degli accertamenti in corso, in particolare sull’identità del DNA maschile rinvenuto sulla garza usata per i rilievi biologici nella bocca della vittima.

Caso Garlasco – Il nuovo filone investigativo sul DNA maschile

Le indagini si concentrano ora sull’individuazione del soggetto a cui appartiene il profilo genetico maschile isolato su due diversi campioni di garza. Il DNA in questione, denominato “ignoto 3”, è stato analizzato dalla genetista Denise Albani, incaricata dalla giudice Daniela Garlaschelli. Uno dei campioni riporta anche tracce riconducibili a un infermiere che operò in sala autoptica, ma sull’altro il profilo genetico risulta isolato e non contaminato.

Le verifiche, coordinate dai pubblici ministeri e dai Carabinieri, non prevedranno un prelievo di DNA a tappeto, come accaduto nel caso Yara Gambirasio, ma si muoveranno su due fronti: da un lato si esamineranno le figure che ebbero contatto diretto con il corpo di Chiara Poggi nelle ore successive alla morte, dall’altro si analizzeranno i conoscenti della giovane e del suo entourage, incluso Andrea Sempio, oggi formalmente accusato di omicidio in concorso con ignoti.

L’ipotesi della contaminazione e i dubbi sulla prova

Un nodo cruciale riguarda la possibilità che la traccia di “ignoto 3” sia frutto di contaminazione. Alcuni consulenti ritengono quasi certo che il DNA sia stato introdotto accidentalmente durante le operazioni medico-legali. Ma se così non fosse, le indagini si allargherebbero a tutti coloro che avevano un rapporto stretto con Chiara, incluso chi frequentava la villetta di via Pascoli, ipotizzando che Chiara abbia aperto la porta al suo assassino senza esitazioni.

L’incidente probatorio e le prossime mosse

In attesa della ripresa dell’incidente probatorio, prevista tra circa dieci giorni, il lavoro di inquirenti e genetisti prosegue nel tentativo di attribuire quel DNA maschile sconosciuto a una persona precisa. L’obiettivo è trasformare quella sigla ignota in un nome e cognome, anche attraverso una nuova richiesta di estensione degli accertamenti irripetibili da parte della Procura.

Nordio: «Comunque vada, finirà male»

Il caso ha sollevato interrogativi anche sul piano politico. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato: «Comunque finisca, finirà male. Se dopo 10 anni in carcere l’imputato condannato potrebbe non essere il colpevole, è evidente che qualcosa non ha funzionato. È un’indagine lunga, dolorosa e complessa, e dimostra quanto a volte non si voglia arrendersi all’evidenza». Il riferimento è ad Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Non si esclude che possa avanzare una richiesta di revisione del processo, in virtù dei nuovi elementi emersi.

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