Una notizia straziante ha colpito il mondo del calcio e non solo: Enzo Bertagnoli, figlio dell’ex portiere della Roma Julio Sergio, è morto all’età di 15 anni, al termine di una lotta durata oltre quattro anni contro un tumore cerebrale. A dare il triste annuncio è stato lo stesso padre, che ha pubblicato un messaggio sui propri profili social, ricevendo un’ondata di solidarietà e cordoglio da parte di tifosi, club e amici.
La diagnosi nel 2020 e il peggioramento delle condizioni
La malattia era stata diagnosticata a Enzo nel 2020, quando aveva soltanto 10 anni. Nonostante le numerose terapie, tra cui dieci cicli di chemioterapia, le condizioni del giovane si erano aggravate al punto da costringerlo a un coma farmacologico. La situazione, come dichiarato dal padre nelle ultime settimane, era diventata irreversibile.
Pochi giorni prima della tragica notizia, Julio Sergio aveva commosso il web rasandosi completamente i capelli per stare vicino al figlio, in un gesto di profonda vicinanza e amore. Il video di quel momento era diventato virale, simbolo di un legame indissolubile tra padre e figlio.
Il cordoglio del mondo del calcio per Enzo Bertagnoli
Il dolore per la perdita di Enzo ha toccato profondamente il mondo dello sport. L’AS Roma, squadra con cui Julio Sergio ha sfiorato lo scudetto nel 2010, ha pubblicato un messaggio di sostegno: “Julio, siamo al tuo fianco in questo momento di dolore inimmaginabile. Tutta l’AS Roma è con la tua famiglia, tutti i romanisti vi abbracciano”. Anche Francesco Totti e Bruno Conti hanno espresso pubblicamente la loro vicinanza, ricordando il coraggio e la determinazione del giovane Enzo.
Il club aveva già dimostrato il suo affetto in passato, inviando al ragazzo una maglia personalizzata come gesto di incoraggiamento durante i mesi più duri della malattia.
La battaglia raccontata pubblicamente per aiutare altri
Julio Sergio aveva deciso di raccontare la malattia del figlio sui social e nelle interviste, per lanciare un messaggio di forza, speranza e solidarietà. In particolare, in una recente intervista a Vanity Fair, l’ex calciatore aveva spiegato il desiderio di condividere la sofferenza familiare con l’obiettivo di dare coraggio a chi vive esperienze simili.
Al centro del racconto anche la fede religiosa, che ha rappresentato un pilastro fondamentale per affrontare la tragedia. “Voglio che le persone sappiano che non sono sole in questo dolore. La nostra storia può essere una luce anche per altri”, aveva detto con commozione.
Un figlio guerriero e un padre pieno d’amore
Julio Sergio aveva descritto Enzo come un ragazzo empatico, coraggioso e pieno di amore. Solo pochi giorni prima della morte, aveva scritto: “Ogni tuo respiro è una lezione di vita per me. Sei il mio eroe”. Parole che oggi suonano come un ultimo, straziante saluto.
Enzo se ne va troppo presto, ma lascia un segno indelebile in chi l’ha conosciuto, nella comunità romanista e in quanti hanno seguito con affetto la sua storia. Una battaglia che, anche nella sconfitta, ha insegnato molto: sull’amore, sulla forza e sulla speranza.