Articolo 4 Nato Polonia

Droni russi violano spazio aereo Polonia, Tusk invoca l’art. 4 della Nato: cosa prevede. Le conseguenze per l’Italia

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Written by Redazione

10 Settembre 2025

Mercoledì 10 settembre 2025, il premier polacco Donald Tusk ha annunciato che la Polonia ha deciso di invocare l’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico. La scelta arriva dopo l’incursione di droni russi nello spazio aereo nazionale, un episodio giudicato da Varsavia come una minaccia diretta alla propria sicurezza.

L’annuncio non implica automaticamente una risposta armata, ma rappresenta un atto politico di grande rilievo. Attraverso questa procedura, la Polonia ha chiesto che la questione venga discussa con urgenza dal Consiglio Nord Atlantico, l’organo decisionale dell’Alleanza.

La riunione, convocata come ogni mercoledì, si è svolta proprio sotto il quadro dell’articolo 4, con la partecipazione dei rappresentanti di tutti i 32 Paesi membri, inclusa l’Italia.

Cosa prevede l’articolo 4 della Nato

Il testo dell’articolo 4 è chiaro: “Le Parti si consulteranno ogni volta che una di esse ritenga che la propria integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza siano minacciate”.

Non si tratta dunque di una clausola che scatta in caso di attacco armato, ma di uno strumento di allerta preventiva. Attraverso l’articolo 4, i Paesi alleati possono condividere informazioni, discutere la natura della minaccia e decidere insieme le contromisure.

Le azioni conseguenti possono spaziare dal semplice rafforzamento della presenza militare, fino ad arrivare a iniziative diplomatiche coordinate. Diverso è l’articolo 5, che sancisce la difesa collettiva e prevede un intervento diretto in caso di attacco armato.

Le differenze con l’articolo 5

Mentre l’articolo 4 si limita a consultazioni e misure preventive, l’articolo 5 prevede che un attacco armato contro uno dei Paesi membri venga considerato come un attacco a tutti.

Nella storia della Nato, l’articolo 5 è stato invocato una sola volta: dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti.

L’articolo 4, invece, è stato richiamato sette volte. L’ultima occasione è stata nel 2022, all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, quando otto Paesi dell’Est Europa, tra cui la Polonia, chiesero consultazioni straordinarie.

Esercito Polonia

La reazione di Varsavia

Donald Tusk ha spiegato che le dichiarazioni di solidarietà ricevute finora non bastano più di fronte a una minaccia percepita come concreta.

«Le parole non bastano», ha dichiarato il premier polacco, chiedendo agli alleati un sostegno più forte. Varsavia considera l’ingresso dei droni russi nel proprio spazio aereo come una violazione intollerabile della propria sovranità.

Per questo ha deciso di invocare formalmente l’articolo 4, trasformando un episodio nazionale in una questione di sicurezza collettiva.

La risposta della Nato

La reazione dell’Alleanza è stata immediata. Le forze armate polacche hanno abbattuto i velivoli, riportando la situazione sotto controllo. Ma non si sono mosse da sole.

Diversi Paesi alleati hanno dispiegato assetti militari a sostegno.

  • L’Olanda ha inviato i suoi caccia F-35.
  • Romania, Slovacchia e Ungheria hanno fatto decollare i loro F-16.
  • Anche l’Italia ha avuto un ruolo centrale: dall’Estonia è partito l’aereo di sorveglianza E-550A dell’Aeronautica Militare, uno dei sistemi di allerta precoce più avanzati.

La sua missione era monitorare le rotte dei droni e fornire supporto alle operazioni di difesa, coordinando le informazioni con le altre forze alleate.

Il segretario generale della Nato, Mark Rutte

Perché la Polonia si sente minacciata

Fin dall’inizio della guerra in Ucraina, la Polonia si è posta come il principale baluardo della Nato sul fronte orientale. Con oltre 500 chilometri di confine con l’Ucraina e quasi 200 con la Bielorussia, Varsavia vive ogni sviluppo del conflitto come una minaccia diretta.

L’ingresso di droni russi nel proprio spazio aereo ha rappresentato un salto di qualità: non più un rischio indiretto, ma una violazione concreta della propria integrità territoriale.

Invocare l’articolo 4 significa quindi richiamare l’attenzione collettiva sulla vulnerabilità dei confini orientali della Nato.

Le conseguenze per l’Italia

Per l’Italia, la convocazione dell’articolo 4 comporta diverse conseguenze.

Il ruolo politico

Roma partecipa al tavolo delle consultazioni con pieno diritto di parola. L’Italia dovrà contribuire alla definizione della risposta comune, bilanciando la propria tradizionale prudenza diplomatica con la necessità di sostenere con decisione gli alleati dell’Est.

Il contributo militare

La missione dell’E-550A dimostra che l’Italia non si limita a un sostegno politico, ma è pronta a garantire anche risorse operative. Il dispiegamento dei propri assetti militari è un segnale forte di affidabilità e di impegno all’interno dell’Alleanza.

Le ricadute strategiche

Ogni invocazione dell’articolo 4 è un promemoria: la sicurezza di un Paese membro riguarda tutti. Per l’Italia, questo significa mantenere alta la vigilanza non solo sul fronte orientale, ma anche nel Mediterraneo e nelle basi nazionali che potrebbero essere coinvolte in operazioni Nato.

Un banco di prova per l’Alleanza

L’episodio rappresenta un nuovo banco di prova per la coesione dell’Alleanza Atlantica. Dopo oltre due anni di guerra in Ucraina, la Nato deve dimostrare di saper rispondere non solo con dichiarazioni, ma anche con azioni coordinate.

Per la Polonia, il messaggio è chiaro: non accetterà più minacce dirette senza una reazione collettiva. Per l’Italia e gli altri partner, si tratta di confermare di essere alleati affidabili, pronti a condividere rischi e responsabilità.

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