Emergenza caldo sul lavoro: il ministero propone ammortizzatori automatici, modifiche ai turni e sorveglianza sanitaria per tutelare i lavorator
Il Ministero del Lavoro si prepara ad affrontare l’emergenza caldo sul lavoro con un nuovo Protocollo quadro che introduce misure di prevenzione e protezione per lavoratori e lavoratrici, in risposta ai rischi derivanti dalle emergenze climatiche. Tra le novità principali: l’attivazione automatica degli ammortizzatori sociali, nuove linee guida per i datori di lavoro e un sistema più efficace di monitoraggio e prevenzione.
Ammortizzatori automatici anche per il lavoro stagionale
La bozza del protocollo sarà discussa mercoledì con le parti sociali. Tra le proposte, la più rilevante è il ricorso automatico agli ammortizzatori sociali, esteso anche ai lavoratori stagionali, in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro causata dal caldo eccessivo. Le ordinanze pubbliche potranno essere utilizzate come giustificazione per le interruzioni lavorative.
Informazione, sorveglianza sanitaria e abbigliamento adeguato
Il documento punta anche sulla prevenzione attraverso una maggiore informazione e formazione dei lavoratori. Viene suggerito l’utilizzo di indumenti idonei, la sorveglianza sanitaria rafforzata e la riorganizzazione dei turni per evitare le ore più calde. Le indicazioni riguardano anche tirocinanti e lavoratori in appalto.
Obbligo di monitoraggio climatico da parte dei datori di lavoro
I datori di lavoro saranno tenuti a consultare quotidianamente il sito salute.gov.it/caldo per monitorare le condizioni climatiche locali. In caso di temperature critiche, si dovranno attivare piani di sicurezza, aree d’ombra, accesso a bevande fresche e pause regolari. Sarà possibile anche modificare l’orario lavorativo, anticipandolo o posticipandolo.
Un’azione strutturale richiesta dai sindacati
Secondo Francesca Re David (CGIL), è necessario uscire dalla logica emergenziale e definire per legge dei valori soglia che attivino automaticamente le misure di protezione, incluse eventuali sospensioni del lavoro. Ivana Veronese (UIL) ha chiesto che l’INAIL registri come infortuni quelli legati al caldo, in modo da migliorare la tracciabilità del rischio e agire sulla prevenzione.
Collaborazione tra governo e parti sociali
Il protocollo è frutto del confronto tra Ministero, sindacati e datori di lavoro. Si mira a una gestione integrata del rischio caldo, valida per aziende pubbliche e private, che coinvolga anche chi lavora all’aperto e in ambienti chiusi non climatizzati.
Un passo verso una nuova tutela climatica del lavoro
Il documento in esame segna un cambio di paradigma: il caldo estremo non è più visto come un evento eccezionale, ma come un rischio strutturale da gestire con strumenti normativi, tecnologici e organizzativi.
L’emergenza caldo sul lavoro sta spingendo governo e parti sociali a ridefinire le tutele occupazionali. Le misure in arrivo, se approvate, potrebbero rappresentare un cambio epocale per il diritto alla salute dei lavoratori in un clima sempre più estremo.