📍 Luogo: Israele
Svolta nella guerra Israele-Gaza. Dopo settimane di pressioni internazionali, il governo di Benjamin Netanyahu ha annunciato ufficialmente la riapertura dei corridoi umanitari per la Striscia di Gaza, autorizzando l’ingresso di centinaia di camion carichi di cibo, medicinali e carburante. Per facilitare la distribuzione degli aiuti, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno disposto una “pausa tattica” in diverse aree del territorio palestinese.
Lo stop momentaneo ai bombardamenti è stato attuato a partire dalla mattina e proseguirà per tutta la giornata, in modo da garantire il transito in sicurezza dei mezzi umanitari. Secondo i media egiziani, i primi convogli hanno già superato il valico di Rafah, aprendo un nuovo canale di accesso per i rifornimenti destinati alla popolazione civile.
Netanyahu: “L’Onu ora non ha più alibi”
In una dichiarazione ufficiale, Netanyahu ha attaccato l’Organizzazione delle Nazioni Unite, accusandola di attribuire responsabilità unilaterali a Israele per la crisi umanitaria in corso. “Abbiamo creato vie sicure. Ci sono sempre state, ma ora è ufficiale. Non ci saranno più scuse da parte di nessuno”, ha detto il premier israeliano.
Le IDF, oltre ad aver facilitato l’ingresso via terra, hanno anche lanciato pacchi di viveri nella notte, in una manovra che cerca di rispondere alle accuse internazionali sul blocco degli aiuti.
Ancora vittime nonostante la tregua
Nonostante la pausa umanitaria, le violenze non si sono del tutto fermate. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, almeno 62 persone sono morte oggi a Gaza, di cui 34 erano in fila per ricevere il cibo. Una situazione che conferma l’estrema fragilità del cessate il fuoco, descritto da più fonti come “limitato e temporaneo”.
Appello da Gaza: “Ogni ritardo è un nuovo funerale”
Duro il commento di Munir Al-Barsh, direttore generale del ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas. In una dichiarazione diffusa su Telegram, ha affermato: “Questa tregua non avrà alcun significato se non si trasformerà in una reale opportunità per salvare vite. Ogni ritardo si traduce in un nuovo funerale. Ogni silenzio è un altro bambino che muore senza medicine né latte”.
Le reazioni internazionali: l’Onu e gli Stati Uniti
L’ONU ha accolto con favore la decisione di Israele di potenziare i canali di aiuto, definendola un “passo importante”. Lo ha dichiarato Tom Fletcher, sottosegretario generale per gli Affari umanitari, secondo cui “alcune restrizioni sembrano essere state allentate oggi” e “sono già entrati almeno 100 camion”. Tuttavia, ha avvertito: “Serve un’azione costante e urgente per scongiurare la carestia e una catastrofe sanitaria”.
Negli Stati Uniti, il segretario di Stato Marco Rubio ha parlato con le famiglie degli ostaggi, ammettendo la necessità per Washington di “cambiare strategia a Gaza”.
Macron: “La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”
Nel frattempo, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina a partire da settembre, durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La dichiarazione, pubblicata via social, segue l’esempio della Spagna. Secca la replica dell’ex presidente americano Donald Trump: “Quello che dice non conta”.