Nato missione Eastern Sentry

Nato lancia la missione “Sentinella dell’Est”: la no fly-zone fra Polonia e Ucraina

User avatar placeholder
Written by Redazione

13 Settembre 2025

La Nato ha ufficialmente annunciato il lancio della missione Eastern Sentry, ribattezzata anche “Sentinella dell’Est”, una delle operazioni militari più significative degli ultimi anni per l’Alleanza Atlantica. A darne notizia è stato il segretario generale Mark Rutte, che in conferenza stampa ha illustrato i dettagli della nuova missione destinata a rafforzare la sicurezza sul fianco orientale dell’alleanza, dopo l’incursione di droni russi nello spazio aereo polacco del 10 settembre.

La decisione segna un momento cruciale in una fase di crescenti tensioni tra Russia e Paesi Nato, con la Polonia e i Paesi baltici che chiedono maggiore protezione dopo gli episodi che hanno violato la sovranità dello spazio aereo.

Secondo Rutte, la missione Eastern Sentry risponde direttamente a questi eventi: «Si tratta di un fatto pericoloso e inaccettabile, che sia stato intenzionale o meno. La Nato deve reagire con prontezza e fermezza».

Mark Rutte, segretario generale Nato (Foto Ansa)

Gli obiettivi della missione Eastern Sentry

L’obiettivo principale della Nato missione Eastern Sentry è quello di rafforzare la difesa del fianco orientale, proteggendo i confini e le infrastrutture strategiche dall’uso di droni e da altre possibili minacce ibride.

Il generale Alexus Grynkewich, comandante supremo della Nato, ha sottolineato che Eastern Sentry sarà operativa immediatamente: «Ho emesso l’ordine questa sera, le operazioni partono subito sotto la mia autorità».

Secondo quanto spiegato, la missione avrà caratteristiche simili alla “Baltic Sentry”, lanciata a gennaio 2025 per proteggere le infrastrutture marittime nel Mar Baltico, ma avrà un raggio d’azione molto più ampio, estendendosi dal Mar Nero al Mediterraneo.

Nato missione Eastern Sentry, chi partecipa

La forza della missione risiederà nella collaborazione tra i diversi Stati membri. Rutte ha confermato che Danimarca, Francia, Germania e Regno Unito hanno già dato la disponibilità a partecipare.

  • La Danimarca contribuirà con due F-16 e una fregata antiaerea.
  • La Francia invierà tre caccia Rafale.
  • La Germania metterà a disposizione quattro Eurofighter.
  • Il Regno Unito si è detto pronto a fornire supporto operativo e logistico.

Oltre alle risorse tradizionali, Eastern Sentry si concentrerà sull’uso di tecnologie avanzate per la difesa dai droni, tra cui sensori di ultima generazione e armi anti-drone. Queste innovazioni permetteranno di intercettare, tracciare e neutralizzare eventuali minacce prima che possano colpire i territori alleati.

Eastern Sentry e il precedente Baltic Sentry

La nuova operazione della Nato si ispira al successo della Baltic Sentry, lanciata a gennaio 2025 per salvaguardare le infrastrutture strategiche e monitorare le attività navali russe nel Baltico.

La Baltic Sentry mobilitava fregate, aerei di pattugliamento marittimo e droni navali, rafforzando la presenza militare della Nato in un’area particolarmente sensibile. Il modello si è rivelato efficace e ha fornito la base per sviluppare Eastern Sentry su scala più ampia.

Il segretario generale Rutte ha spiegato: «Abbiamo già dimostrato con Baltic Sentry che possiamo proteggere le infrastrutture critiche da comportamenti sconsiderati. Ora ampliamo questa capacità all’intero fianco orientale».

La reazione della Russia

L’annuncio della Nato missione Eastern Sentry è arrivato in un momento di forte tensione. Russia e Bielorussia hanno avviato esercitazioni militari congiunte, denominate “Zapad-2025”, proprio mentre la Nato annunciava l’operazione.

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le manovre hanno lo scopo di «rafforzare la cooperazione strategica» con Minsk, ma gli osservatori internazionali le interpretano come una risposta diretta all’aumento della presenza Nato lungo i confini orientali.

La dinamica dimostra come la regione sia ormai un teatro di confronto militare e politico, in cui ogni mossa dell’una o dell’altra parte genera reazioni immediate.

Le parole di Trump e il sostegno degli Usa

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, intervenuto dopo l’incursione dei droni russi in Polonia, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, ipotizzando che si sia trattato di «un errore». Tuttavia, ha ribadito l’impegno totale degli Usa all’interno dell’Alleanza: «La posizione americana è assolutamente chiara, siamo tutti insieme».

Gli Stati Uniti, secondo le fonti Nato, saranno parte integrante della missione Eastern Sentry, fornendo intelligence, supporto logistico e probabilmente asset aerei.

L’ipotesi no-fly zone ai confini con l’Ucraina

Un altro punto emerso riguarda la possibilità di istituire una zona cuscinetto aerea ai confini con l’Ucraina, una sorta di no-fly zone su scala ridotta.

L’idea sarebbe quella di abbattere eventuali droni o ordigni prima che possano entrare nello spazio Nato, riducendo così il rischio di incidenti diplomatici e garantendo maggiore sicurezza agli Stati membri.

Fonti diplomatiche hanno confermato che la proposta è ancora in fase di valutazione, ma potrebbe diventare uno degli strumenti principali della nuova missione.

Le reazioni dei Paesi baltici

Estonia e Lettonia hanno accolto con favore l’annuncio della missione. Il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha scritto su X: «Gli alleati dimostrano ancora una volta rapidità, forza e unità. Attraversare i nostri confini, per terra, mare o aria, è inaccettabile».

Il presidente lettone Edgars Rinkevics ha aggiunto che Eastern Sentry è «un passo essenziale per proteggere le infrastrutture sottomarine e rafforzare la sicurezza regionale».

Entrambi i Paesi hanno sottolineato come la presenza della Nato sia vitale per contrastare l’aggressività russa e per trasmettere un chiaro messaggio di deterrenza.

La centralità della difesa anti-drone

La vera novità della Nato missione Eastern Sentry è la forte attenzione alla minaccia dei droni. L’uso massiccio di velivoli senza pilota da parte sia della Russia che dell’Ucraina ha trasformato radicalmente il campo di battaglia, dimostrando come questi strumenti possano essere impiegati per colpire infrastrutture civili e militari.

Per rispondere a questa sfida, la Nato sta integrando sensori avanzati, sistemi radar ad alta precisione e armi dirette contro i droni, sperimentando tecnologie innovative per aumentare la protezione delle città e dei confini.

Le prossime mosse

Secondo il generale Grynkewich, la missione partirà subito ma richiederà tempo per raggiungere la piena operatività. «Continueremo a lavorare su questo e a perfezionare l’operazione andando avanti, ma inizia immediatamente», ha dichiarato.

La pianificazione prevede un dispiegamento progressivo di mezzi e uomini lungo tutto il fianco orientale, con particolare attenzione alle aree di confine più esposte.

Image placeholder

41esimoparallelo.it, testata online che racconta in tempo reale i fatti più rilevanti dall’Italia e dal mondo. Ogni giorno approfondiamo cronaca, attualità, politica e società con un’informazione chiara, veloce e accessibile a tutti.