Dal prossimo 19 agosto 2025, scatterà ufficialmente in Italia il primo importante blocco anti-telemarketing. Si tratta di un filtro automatico pensato per arginare il fenomeno delle chiamate moleste, in particolare quelle provenienti dall’estero tramite numeri contraffatti. Una novità importante voluta da Agcom, che inaugura un sistema di protezione contro le frodi telefoniche basate sullo spoofing, tecnica con cui i truffatori camuffano il numero del chiamante per farlo apparire legittimo.
Primo filtro attivo da agosto: cosa cambia per gli utenti
Il filtro che entrerà in funzione il 19 agosto bloccherà le chiamate da numeri fissi italiani falsi che in realtà provengono da server esteri. Il secondo step scatterà il 19 novembre, e sarà rivolto invece ai numeri mobili fittizi. L’obiettivo è contrastare le chiamate fasulle che si presentano come numeri italiani ma che in realtà partono da call center non autorizzati all’estero.
Questa misura si basa su una logica semplice: se una chiamata proviene dall’estero, deve avere un prefisso estero. Se utilizza un prefisso italiano pur arrivando da fuori confine, viene considerata sospetta e viene bloccata.
Cos’è lo spoofing e perché è pericoloso
Lo spoofing è una tecnica di falsificazione del numero chiamante, che induce l’utente a credere di ricevere una chiamata da un ente affidabile: banca, assicurazione, agenzia pubblica. In realtà, si tratta spesso di operatori che utilizzano VoIP non tracciabili per carpire dati personali o convincere la vittima a trasferire denaro. Questo tipo di truffa telefonica è anche noto come vishing.
Secondo i dati della Polizia Postale, solo nel 2023 si sono registrate 553 denunce per furto d’identità tramite vishing, mentre nei primi otto mesi del 2024 i casi erano già 432, con danni stimati in 140 milioni di euro.
Una media di 14 chiamate indesiderate al mese
In Italia si contano circa 10 miliardi di telefonate indesiderate ogni anno, pari a una media di 14 a testa al mese. Una piaga quotidiana che, anche se a volte formalmente legale, si traduce in pressioni commerciali costanti, intrusioni nella privacy e potenziali truffe.
Le critiche: “Serve un impianto normativo più forte”
Le associazioni dei consumatori, però, giudicano il filtro un primo passo ancora troppo debole. Secondo Massimiliano Dona (Unione Consumatori), le misure sono “palliativi” facilmente aggirabili dai call center irregolari. La chiave, spiegano, sarebbe intervenire a monte con norme più severe e controlli più capillari.
Più ottimista è invece Dino Papagni (Assocall – Confcommercio): “Il settore ha bisogno di regole chiare. Questi filtri possono ridare fiducia agli utenti e rilanciare un comparto che impiega 80mila persone”.
In arrivo una legge sui call center
Alla Camera è in discussione una nuova proposta di legge per regolamentare i call center. Le novità includono:
- Sanzioni più severe per chi viola le regole
- Responsabilità condivisa tra tutti gli attori della filiera
- Validità condizionata dei contratti solo se firmati nel rispetto delle norme
- Obbligo di adesione ai codici di condotta di Agcom e del Garante Privacy per partecipare a gare pubbliche
Il flop del Registro delle opposizioni
Strumento teoricamente utile, il Registro delle opposizioni ha dimostrato scarsa efficacia. Molti numeri vengono trafugati e rivenduti, spesso dopo una sola risposta. Da qui la proposta di passare dal sistema opt-out (iscriversi per non essere chiamati) a quello opt-in (ricevere chiamate solo se si dà esplicito consenso).
I nostri dati valgono oro
Un numero di telefono verificato vale circa 5 centesimi, ma se associato ad altri dati sensibili (età, sesso, salute, preferenze) il suo valore può crescere enormemente. Come denunciano le autorità, questi dati vengono spesso raccolti con attacchi informatici a cliniche, anagrafi o programmi fedeltà, e finiscono nel mercato nero del dark web.
Un primo passo per proteggere gli utenti
Il blocco delle chiamate moleste rappresenta un segnale concreto per la tutela dei cittadini, ma serve un intervento normativo più deciso per arginare un fenomeno che, oltre alla privacy, danneggia la fiducia nelle comunicazioni e la serenità delle famiglie. La lotta al telemarketing aggressivo è appena cominciata.