📍 Luogo: Campania
Le Regionali 2025 in Campania entrano nel vivo e, con esse, anche le trattative tra i protagonisti della scena politica. A sorprendere negli ultimi giorni è stata una cena riservata tra il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, incontro che fino a qualche mese fa sarebbe stato impensabile. Eppure, la sfida elettorale si avvicina e il centrosinistra cerca ora convergenze per non lasciare spazio a un centrodestra sempre più compatto.
De Luca e Conte, da nemici a interlocutori
Fino a poco tempo fa, Vincenzo De Luca non risparmiava critiche ai 5 Stelle, definendoli “un pericolo per la Campania” e “totalmente incompetenti”. Il leader del M5S, da parte sua, non ha mai nascosto le divergenze con lo stile politico del governatore campano. Tuttavia, le elezioni del 2025 impongono riflessioni strategiche, e l’ipotesi di un’intesa tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle diventa improvvisamente realistica, seppur non priva di ostacoli.
Il nodo del candidato: spunta il nome di Roberto Fico
Al centro del dialogo tra De Luca e Conte c’è soprattutto la scelta del candidato alla presidenza della Regione Campania. Nessun nome ufficiale è ancora stato annunciato, ma quello di Roberto Fico circola con insistenza. L’ex presidente della Camera gode dell’appoggio del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che lo considera una figura di sintesi capace di unire le varie anime del centrosinistra.
Tra le altre personalità in lizza spuntano anche Maria Domenica Castellone e Sergio Costa, entrambi esponenti autorevoli del Movimento 5 Stelle. Tuttavia, la loro candidatura appare meno trasversale rispetto a quella di Fico, che gode di una maggiore riconoscibilità e di un profilo istituzionale consolidato.
Le resistenze nella base elettorale
Nonostante la svolta politica, l’accordo tra PD e M5S è tutt’altro che fatto. Le ferite lasciate da anni di scontri pubblici e divergenze ideologiche non sono facilmente rimarginabili. In entrambe le forze politiche, molti militanti e dirigenti guardano con sospetto a un’alleanza ritenuta incoerente, se non addirittura opportunistica.
Il rischio è quello di scontentare le rispettive basi elettorali, che potrebbero percepire l’accordo come una mossa dettata più dalla paura della sconfitta che da una reale convergenza programmatica.
Strategia o compromesso? La realpolitik alla prova
In politica, però, il pragmatismo spesso prevale sulla coerenza. E la prospettiva di un centrodestra forte e ben organizzato spinge i leader progressisti a ragionare in termini di realpolitik. Un’intesa tra PD e 5 Stelle in Campania potrebbe rappresentare un banco di prova importante per le future alleanze a livello nazionale, in vista anche delle prossime elezioni politiche.
Per ora, il dialogo resta aperto. I vertici dei partiti valutano opzioni, pesano nomi e sondano umori. Se l’alleanza si concretizzerà, sarà frutto di un equilibrio delicato tra esigenze tattiche e compromessi politici.
E come recita il proverbio: se son rose, fioriranno… sotto il Vesuvio.