📍 Luogo: Tennessee
Tennessee, medico nega assistenza prenatale a donna non sposata: è il primo caso segnalato dopo la nuova legge
Sta facendo discutere negli Stati Uniti il caso di una donna del Tennessee alla quale è stata rifiutata l’assistenza prenatale da un medico, perché non sposata. Il fatto è avvenuto poco dopo l’entrata in vigore del Medical Ethics Defense Act, una legge che consente ai medici di negare cure in base ai propri valori religiosi o morali.
Il racconto: “Non ci sentiamo a nostro agio nel curarti”
La vicenda è emersa durante un’assemblea pubblica tenutasi a Jonesborough, in Tennessee. La protagonista è una donna di 35 anni, madre di un figlio di 13 anni e da 15 anni compagna del proprio partner. Durante una visita prenatale, alla quarta settimana di gravidanza, si è sentita dire dal proprio medico:
“Non ci sentiamo a nostro agio nel curarti perché non sei sposata. Va contro i nostri valori.”
Il primo caso segnalato in Tennessee
Secondo quanto riportato dal Nashville Banner, si tratta del primo caso ufficialmente segnalato nello Stato. La donna ha dichiarato:
“Ho capito subito che non era giusto. Non volevo reagire con rabbia per non rafforzare il giudizio del medico. Ho semplicemente detto grazie e me ne sono andata.”
La nuova legge: il Medical Ethics Defense Act
Dal 24 aprile 2025 è in vigore il Medical Ethics Defense Act, che permette a medici, ospedali e assicurazioni di negare assistenza sanitaria sulla base di convinzioni religiose o morali. La legge non obbliga a fornire alternative e non prevede tutele legali per i pazienti rifiutati, soprattutto nelle aree rurali dove le strutture sanitarie sono limitate.
Denunce e timori: “Non posso fidarmi”
La donna ha presentato reclami ufficiali all’American Medical Association e al Dipartimento del Commercio e delle Assicurazioni.
“Il mio timore è che, se dovesse sorgere una complicazione, il medico possa non considerare la mia vita prioritaria rispetto a quella del feto.”
Ha poi aggiunto: “Io ho già un figlio che dipende da me, e questa incertezza è inaccettabile.”
Reazioni politiche: “Non è pro-life, non è cristiano”
Il racconto ha suscitato forti reazioni politiche. La deputata Gloria Johnson (D-Knoxville) ha dichiarato:
“Non è assolutamente ‘pro-life’, e nemmeno molto cristiano. Se possiamo negare cure a chiunque per il suo stile di vita, non è più medicina, è discriminazione.”
Un sistema sanitario sotto pressione
Il caso si inserisce in un contesto già critico per la sanità del Tennessee. Secondo alcune stime, oltre 300.000 persone rischiano di perdere l’assicurazione sanitaria a causa del nuovo piano federale “One Big Beautiful Bill Act” promosso da Donald Trump, mentre nove ospedali rurali rischiano la chiusura. Una situazione che, secondo il deputato Freeman, è “tutt’altro che bella”.
Etica medica in discussione: a rischio i più vulnerabili
Il Medical Ethics Defense Act solleva questioni profonde sull’accesso alle cure sanitarie. Le domande poste sono inquietanti: chi sarà il prossimo a vedersi negare assistenza? Tossicodipendenti? Persone LGBTQ+? Malati mentali?
Il confine tra libertà religiosa e discriminazione sembra ora più sottile che mai